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Giovanbattista Venditti dice addio al rugby

L'atleta marsicano ha annunciato il ritiro: «Il rugby non è più la mia priorità»

Giovambattista Venditti dice addio al rugby

Giovanbattista Venditti dice basta con il rugby. Il rugbsta marsicano ha annunciato il suo addio tramite un lungo post apparso sulla sua pagina Facebook: «Ho vissuto un contrasto tra mente e cuore e ho capito che il rugby, vissuto in questo modo, non è più la mia priorità e per questo preferisco fermarmi adesso. Ci sarebbero da dire tante cose sulle questioni che mi hanno portato a prendere questa decisione ma per il momento vi dico che ho bisogno di una pausa e di stare vicino alla mia famiglia. Vi ringrazio per il sincero affetto che mi avete continuamente dimostrato e sarò sempre grato a tutte quelle persone che nei momenti di difficoltà mi hanno dato una parola di conforto. Adesso probabilmente avrò ancora più bisogno del vostro sostegno».

Cresciuto nell’Avezzano Rugby, Venditti, avezzanese doc, ha giocato nella Capitolina, nel GRANParma, nella franchigia degli Aironi in Celtic League e nelle Zebre. Con la Nazionale azzurra ha collezionato 44 presenze.

«Quando avevo 9 anni – continua Venditti – dopo il primo allenamento della mia vita feci una promessa a mio padre: sarei diventato un giocatore professionista e avrei vestito la maglia della nazionale; il tutto divertendomi. Quella maglia ho avuto la possibilità di indossarla tante volte, sempre ho cercato di onorarla e il divertimento non è quasi mai mancato. Non è stato facile. Fin da quando ho dovuto lasciare la casa dei miei genitori a 15 anni per inseguire la mia strada, sono tantissime le cose che durante la mia carriera ho dovuto sacrificare per raggiungere il mio sogno e mantenere la mia promessa. Ma nulla era mai stato vissuto come un peso perché ogni sacrificio mi avvicinava al mio obiettivo. Nell’ultimo periodo però è stato tutto più difficile; da quel maledetto infortunio del 2017 tante cose sono cambiate: gli allenamenti erano diventati più duri, le trasferte sembravano non finire mai e anche le partite avevano un sapore diverso».

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