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PD su Parco, “Centrodestra primo carnefice del patrimonio ambientale”

Le critiche: "La maggioranza, con la tagliola, ha fatto decadere anche il diritto di parola della Minoranza. Il Governo ha accontentato le lobby amiche".

“Il Parco Regionale Sirente Velino è stato una conquista per l’Abruzzo, il taglio di circa 10.000 ettari, giustificato da ragioni risibili, è la conferma dell’incapacità della governance di agire davvero a vantaggio del territorio”, durissimo il capogruppo PD Silvio Paolucci a nome dei consiglieri del PD che hanno portato avanti una dura opposizione alla decisione, in Commissione e in Consiglio attraverso audizioni, interventi pubblici, emendamenti e ostruzionismo.

“Abbiamo tentato di bloccare la scellerata legge di riduzione del perimetro del Parco presentando circa 4.000 emendamenti come gruppo Pd. A nome del gruppo, il consigliere Pietrucci ha cercato in aula di bloccare l’approvazione del testo battendosi fino all’ultimo”.

“La maggioranza però, applicando il meccanismo della “tagliola”, ha fatto decadere tutti gli emendamenti presentati togliendo così anche il diritto di parola alla minoranza – così i consiglieri Paolucci, Pietrucci, Pepe e Blasioli – I 10.000 ettari di territorio tagliato sono un ridimensionamento gravissimo per il Parco e rispecchiano la confusione politica, l’arretratezza culturale e l’incapacità amministrativa e istituzionale della maggioranza di centrodestra sull’ambiente, che arriva dopo gli affronti al territorio espressi dalle norme inerenti i rifiuti, l’urbanistica e anche di riordino del piano faunistico. Non solo: le nuove norme rappresentano una macchia per la storia dell’Abruzzo Regione verde d’Europa che ci aveva visto avanguardia, vent’anni fa, proprio per l’attenzione riservata alle aree protette, espressa con l’istituzione di tre Parchi nazionali e con la nascita del Parco regionale Sirente Velino. Un governo davvero interessato allo sviluppo dell’economia dell’ambiente investe, non riduce, convoca le migliori voci per condividere scelte e decisioni capaci di produrre modelli di sviluppo, non le impone accontentando le lobby amiche e svilendo il ruolo della minoranza, che è garante della comunità, voce a difesa del territorio, specie di fronte a un taglio così imponente come quello operato dal testo”, questa la conclusione.

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