Il mondo del calcio, come quello dello sport e della spensieratezza giovanile, oggi ha perso qualcosa: una voce, uno sguardo, un sorriso e poi ancora i sogni, quelli sani, di un ragazzo di diciotto anni. Uno schianto in moto sull’Ardeatina è costato la vita a Matteo Balistreri, giocatore della Juniores Nazionale dell’Ostiamare, arrivato a vestire la maglia viola della formazione tirrenica dopo una prima parte di campionato trascorsa sul campo dell’Anziolavinio, dove aveva collezionato anche qualche presenza in prima squadra.
L’impatto frontale con un tir ha spezzato la vita di una giovane promessa, Matteo non è riuscito a sconfiggere la partita più importante e se ne è andato dopo aver combattuto invano per tornare a calcare il prato verde, quell’habitat naturale nel quale erano racchiuse tutte le speranze, forte dell’amore della famiglia e dei traguardi condivisi.
“Continua a dare spettacolo anche da lassù, con i tuoi dribbling e le tue giocate, che solo tu riuscivi a fare”, e poi ancora, “persone come te non si dimenticano facilmente riposa in pace e insegna come si gioca a calcio anche lassù”, un paio tra i molti messaggi lasciati sul profilo social di Matteo, da quei compagni di vita e di avventure che non hanno avuto la possibilità di dirgli addio.
‘Bali’, per alcuni il ‘mago’, ha lasciato una ferita che faticherà a rimarginarsi, un solco profondo condiviso dai volti che condividevano la sua quotidianità. Roberto Coscia, suo allenatore nell’Ostiamare, fortemente scosso per quanto successo a Matteo, vuole ricordarlo così: «Ieri lo aspettavo per l’allenamento, ho provato a chiamarlo, ci sentivamo sempre, avevamo un ottimo rapporto. Non mi ha risposto e ho visto che il suo ultimo accesso su WhatsApp era intorno alle dieci di mattina. Mi sono preoccupato, un nostro dirigente mi ha detto di stare tranquillo, che mi stavo agitando troppo; io gli ho risposto che sentivo fosse accaduto qualcosa. Pochi secondi dopo mi hanno chiamato e mi hanno riferito che Matteo aveva avuto un incidente sull’Ardeatina: non conoscevano la dinamica precisa, ma pareva che fosse finito sotto un tir e che le condizioni fossero gravi. Alle nove, in serata, ci hanno detto che era peggiorato e poco dopo ci è giunta la notizia della morte. Io non riesco a crederci, non posso immaginare che non ci sia più. Un ragazzo d’oro, gioioso, sempre allegro; poi c’era la bravura sul campo di calcio. Quando andammo a giocare ad Anzio lo notai immediatamente. Giocava largo a destra, mai visto uno giocare così in questa categoria. A dicembre ho saputo che era andato via, e l’ho voluto fortemente a Ostia. È entrato nello spogliatoio e dopo pochissimo era già uno di noi, si è fatto voler bene da tutti. I ragazzi sono sconvolti, domani vogliono scendere in campo per lui. Abbiamo la gara col Rieti, ci è stato detto che non ci sarebbero problemi per il rinvio. La mia squadra però vuole giocare, lo vuole fare in suo onore».