“In un città come l’Aquila, centro nevralgico di un’intensa e illuminata attività teatrale e musicale, il recupero di quei luoghi di cultura che ne hanno caratterizzato nel tempo la storia e l’identità – oggi più che mai indispensabili dal punto di vista sociale e aggregativo – su tutti il Teatro comunale, ma anche il San Filippo, il S. Agostino, l’Auditorium “Nino Carloni” del Castello, il Cinema Massimo, non è evidentemente una priorità dell’Amministrazione”, lo scrive in una nota il consigliere comunale Alessandro Tomassoni, de Il Passo Possibile.
“A 14 anni dal sisma si parla tanto di ricostruzione sociale ma poi, anche per la generalizzata insufficienza di spazi utili adeguati, è davvero inconcepibile che nulla si faccia per riconsegnarli alla nostra comunità. Come rimanere indifferenti? Per questo abbiamo proposto come gruppo di “IL PASSO POSSIBILE” un’interrogazione a risposta scritta che verrà discussa nella seduta del prossimo Consiglio comunale di lunedi 5 giugno”, afferma ancora nella nota il Consigliere comunale Alessandro Tomassoni.
“Sul maggior presidio culturale cittadino, il Teatro comunale, contrariamente ai proclami sulla (finta) riapertura annunciata più volte proprio per il 2023 in occasione dei 150 anni dalla sua fondazione e gli auspici del Sindaco per un maggior impulso sugli adempimenti a ciò necessari, l’amara realtà è che i lavori sono fermi al palo da anni e nulla si sa. Cosa osta alla ripresa e alla conclusione dei lavori? A che punto è lo stato di avanzamento del progetto esecutivo? Quali sono ad oggi, le somme realmente disponibili in cassa? I relativi fondi PNRR a disposizione sono stati intercettati? E ancora: quali sono le eventuali motivazioni di ordine amministrativo e tecnico che non consentono la riapertura del Teatro San Filippo (pronto dal 2017, è stato fatto il collaudo tecnico?) e degli altri indicati? Esiste un cronoprogramma generale d’intervento del Comune unitamente agli altri Enti periferici dello Stato coinvolti nelle varie procedure?”, aggiunge.
“Le Associazioni e le Istituzioni di riferimento che qui fanno e offrono cultura e gli stessi cittadini che vorrebbero beneficiarne al meglio in luoghi adatti e non sottodimensionati, pienamente recuperati nel loro splendore, hanno tutti diritto a risposte chiare, precise e immediate su quando tutto ciò sarà possibile. Un’ imperdonabile inerzia e noncuranza progettuale e di spesa da parte del centro-destra cittadino in “perfetta” linea con la generale carenza di interventi di recupero del patrimonio edilizio pubblico e monumentale e a fronte di quotidiani annunci di operazioni finanziate col PNRR che rischiano però di non vedere mai la luce per i tempi realizzativi imposti dall’UE”, questa la conclusione.