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Il racconto choc di mamma e figlia con Covid-19: “Sembrava Shining”

Trasferite di notte dall'ex G8 dell'Aquila all'Hotel Cristallo di Campo Imperatore. Un'ora di tragitto in ambulanza per arrivare in una struttura "fredda e senza infermieri né medici. Lasciate senza colazione". Partono le denunce.

Tutto è incominciato nel pomeriggio di ieri. “Mia sorella e mia madre, di 60 anni, entrambe di Collarmele e affette da Coronavirus, sono state informate che sarebbero state trasferite in un’altra struttura, ossia l’Hotel Cristallo, di Campo Imperatore, attrezzata negli ultimi giorni, con posti letto proprio per ospitare le persone guarite dal virus, ma che ancora non possono rientrare nella propria abitazione”.

Un racconto che assume subito una piega amara. “Trasferite nella notte, assieme ad un altro ragazzo, malato anche lui, con quelle temperature rigide. – a dare il ritmo, con le parole stroncate un poco dalla rabbia e dalla perplessità, a questa storia surreale, è l’altra figlia della donna, Laura Graziani. Ma come sono le condizioni di queste due pazienti? “Attualmente stanno meglio – afferma Laura – certo, sono sempre malate. Non hanno più l’ossigeno, è stato tolto, ma stanno continuando a seguire una terapia in pasticche. Presentano comunque, i sintomi da Coronavirus, ossia tosse e affanno. Rispetto agli altri ricoverati, stanno meglio”. Ed è questo il motivo per il quale, le due, assieme ad un altro ragazzo, sono state trasferite “di stanza” e “di struttura”. In una struttura, lo ricordiamo ai lettori, di proprietà del Centro turistico del Gran Sasso e che si trova alla base della funivia di Campo Imperatore. La disponibilità è di 20 camere.

L’ambulanza si ferma: di fronte si staglia un Hotel immenso, ma deserto, soprattutto senza infermieri, medici o personale sanitario. “I primi due piani erano freddi. I termosifoni erano stati accesi, da poco tempo, solo all’ultimo piano, ma le pre di riscaldamento non erano, evidentemente, state sufficiente, tanto che la stanza comunque risultava fredda. Mia madre ha detto che sembrava l’Hotel di Shining”. Laura racconta ancora: “Sono salite a piedi all’ultimo piano, attraverso le scale. Ora, dico io: ma due pazienti che presentano tosse e affanno, come si possono lasciare da sole salire due piani interi di scale? Sembrava un film”. Ma un film non era affatto. I trasferiti hanno trovato le chiavi delle stanze appese fuori dalle porte, senza che nessuno dicesse loro nulla. “Mia madre, per stare nella stessa stanza di mia sorella, ha dovuto anche rifarsi il letto da sola. Senza contare che non si trattava di letti da ospedale, ma di letti di hotel. Di notte, per la tosse, hanno dovuto anche prendere coperte e cuscini per tenere un po’ la schiena rialzata e stare meglio con il respiro”.

Stamattina, un’altra amara sorpresa, stando sempre al racconto di Laura e dei suoi familiari: “Senza acqua da ieri sera fino all’ora di pranzo. Senza fare colazione, senza cibo, senza che nessuno si mettesse in contatto con loro. Nessun medico, nessun infermiere, nessun inserviente. Fortunatamente, avevano nella borsa una bottiglietta di acqua e qualche frutto avanzato dai pasti precedenti. Tra l’altro, hanno il virus, ma nessuno le ha monitorate nella notte. Meno male che avevo dato loro un termometro, così hanno potuto, comunque, monitorassi a vicenda la temperatura corporea”, dice ancora Laura.

Da ieri notte all’una e mezza di oggi nessuno si è fatto vivo. Vi erano due volontari della Protezione Civile all’esterno. Alle 13 e 30, sono arrivati a portar loro il pranzo. “Poco fa – conclude Laura – ho ricevuto una telefonata, credo fosse un assessore regionale. Mi è stato detto che mia madre e mia sorella hanno trovato l’Hotel a quel modo, poiché sono stati i primi pazienti ad essere trasferiti lì. Ma, mi domando io: dov’è la cura per le persone? Dov’è l’attenzione per chi sta male?”.

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