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Il terremoto di Norcia risveglia la paura in Abruzzo

Terremoto, nella notte del 1 settembre, a Norcia. Il sindaco oggi ha parlato in videoconferenza con Borrelli, a capo del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale. Si esprime anche Coldiretti Abruzzo: «Le scosse avvenute nelle Marche hanno risvegliato la preoccupazione soprattutto per economia e turismo».

Il cratere del centro Italia di nuovo scosso dal terremoto, a tre anni di distanza dall’agosto nero, quello del sisma del 2016. L’epicentro, questa volta, ha toccato principalmente il Comune di Norcia, avvenuto a 3 chilometri di distanza. La magnitudo momento registrata è stata pari a 4.0, alle ore 2 circa della notte del 1 settembre.

La scossa principale è stata seguita poi da uno sciame sismico di assestamento. Il terremoto, localizzato dall’Ingv, è avvenuto ad una profondità di 10 chilometri.

L’assessore Giuseppina Perla, del Comune di Norcia, con deleghe al Turismo, alla Cultura ed al Sociale, parla di una situazione totalmente sotto controllo. «Paura nel momento stesso della scossa, certo, – dice – ma danni o crolli non ce ne sono stati. Abbiamo già effettuato il controllo in tutti gli edifici pubblici, non solo di Norcia, ma dell’Umbria in generale e non abbiamo riscontrato situazioni critiche. E’ stato espletato anche un GTS, come da programma, nella Basilica di San Benedetto, ma i dati non ci sono ancora pervenuti. Il sindaco è in video conferenza con Angelo Borrelli, per monitorare il tutto». Alcuni turisti in villeggiatura hanno lasciato la città. A Norcia, è presente una struttura adibita a Coc, ma è stata posta da un anno e mezzo a questa parte sotto sequestro dalla Magistratura e non è al momento utilizzabile per accogliere eventuali sfollati. L’amministrazione ha richiesto comunque il dissequestro.

Tanta preoccupazione per il terremoto è serpeggiata anche in Abruzzo, nelle zone del cratere, e non solo in Umbria, dove ancora oggi si registra, secondo i dati di Coldiretti, un netto calo delle vendite e delle presenze negli agriturismi della Regione.

«In Abruzzo, per certi versi, è ancora lontano il ritorno alla normalità, soprattutto se pensiamo alle difficoltà delle popolazioni locali e alla necessità di far tornare i turisti, oltre naturalmente ai pesanti ritardi della ricostruzione. Molte aziende, soprattutto in provincia di Teramo, hanno chiuso i battenti impossibilitate ad andare ad avanti. Altre hanno invece rilanciato aprendo una fase di rinascita che però ha in sé tantissime difficoltà che vanno superate e sostenute da parte delle istituzioni nel breve periodo».

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