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Il Terremoto e la solidarietà in una foto della squadra giovanile di Pallanuoto ai Mondiali di Montenegro

Come un castello di carte sconnesse, la certezza valida fino ad un momento prima, è caduta al suolo, radente. Oggi, lo sport di valenza mondiale trasforma le briciole ed i sassi in una dichiarazione forte di solidarietà. Un solo minuto. Un po’ meno di quanto è durato in totale il terremoto, quella notte di qualche giorno fa, ad Amatrice, ad Arquata del Tronto e ad Accumoli, ossia nelle nuove zone nazionali del silenzio d’Italia. Ed è proprio di silenzio che si è imbevuta l’atmosfera sportiva della partita di Pallanuoto di ieri dei Campionati mondiali giovanili maschili, che si stanno giocando, proprio in questi giorni, a Montenegro, nella capitale Podgorica. Ben 19 squadre, infatti, provenienti dalle varie punte di diamante del panorama globale dello sport in acqua, si stanno dando battaglia a suon di tiri in porta e di pinne veloci. Fra le compagini in lizza per la coppa del tetto del mondo, spicca anche la nostra Italia, traghettata dal CT Ferdinando Pesci e dal suo staff.

 

Gli azzurrini, così come vengono definiti i pallanuotisti della Nazionale giovanile italiana di Pallanuoto, sia dal mondo reale che da quello virtuale, hanno voluto onorare, cioè, proprio con l’arma mai scalfente del silenzio, il dramma che ha scucito via, dalla Penisola, un pezzo di storia ed un pezzo di realtà vivibile. Hanno lanciato, cioè, assieme allo staff, un messaggio di sensibilità in rete, espresso proprio nel giorno del Lutto Nazionale: ‘Prima dello sport ed oltre lo sport, solidarietà’: poche parole nere, queste, dipinte su di uno sfondo bianco, a corredo di una foto di gruppo, utili, però, a sensibilizzare i fan e gli amici di sempre del coraggio sportivo in acqua affinché si  risponda alla miseria della realtà, con la speranza della concretezza. Il silenzio, dicevamo. Un silenzio che, sugli spalti, si è sentito molto e che è stato rispettato e partecipato anche da parte di tutti gli allenatori e degli atleti delle squadre estere. All’Estero, quindi, l’Italia non dimentica l’Italia. «Una fotografia accompagnata da una frase non è molto, ma è già qualcosa. – afferma il coach della Nazionale giovanile maschile di Pallanuoto, Ferdinando Pesci – Io sono originario di Roma e conosco benissimo alcune delle zone colpite dalle calamità naturali, nella notte del 23 agosto scorso, soprattutto Amatrice. Il terremoto è un colpevole silenzioso ed ingannatore, difficile da penalizzare. Anche se siamo lontani, – continua – anche se siamo oltreoceano, comunque, vogliamo, anche se con un gesto silenzioso, far sentire vicine le nostre anime e le nostre grida di solidarietà alle vittime. Lo sport, dicono, è l’abbraccio umano più largo che possa esistere al mondo, perché aggancia, avvinghia ed incolla tutti – senza distinzione di razza, di lingua o di identità – ad un unico ideale: l’amore per una passione. Abbiamo deciso di utilizzare il volano dello sport per condividere un pensiero di vicinanza a chi è rimasto senza una casa, senza una famiglia e senza nemmeno una stella in cielo». L’Italia dello Sport degli alti livelli, quindi, brillante ed intraprendente, ieri ha evitato il tifo e lo schiamazzo prima del round Italia-Montenegro del Campionato Mondiale. La Nazionale di Pallanuoto Under18 è, infatti, impegnata a Podgorica per la sfida dei Campionati del Mondo juniores, fino al 3 settembre prossimo.

 

Un minuto di silenzio, un minuto in cui ognuno ha pensato ad altro, al prima e all’oltre, rispetto allo sport. In queste ore, le azioni di altruismo non si contano nemmeno sulla punta delle dita delle mani e dei piedi per quante sono. L’idea della foto di gruppo ‘pensante’ è stata realizzata dai ragazzi atleti, classe ’98 (o poco meno o poco più) all’incirca coetanei di tante vittime e di tanti sopravvissuti al Terremoto. Le Olimpiadi, un tempo, riuscivano a far fermare anche le guerre, nell’antica Grecia. Nella giornata di ieri, dall’altra parte del mondo, un match ha smesso di far battere il suo cuore battagliero, anche se solo per un momento. Ecco cos’è la solidarietà: è il ricordarsi di ricordare, sempre e comunque. È il ricordarsi che chi c’è, esiste anche per chi, oggi, non c’è più. Quanto è costato un minuto di silenzio? Sicuramente, il tempo di smuovere il moto virtuale del web e le coscienze dei presenti. Il Lazio perde un braccio, così come le Marche. Ma i tanti sopravvissuti al sisma, anche grazie all’attenzione ed alle donazioni che si stanno rincorrendo attualmente da più parti, sapranno, di certo, rigenerarlo e renderlo più robusto di prima. La determinazione, insegna la Nazionale italiana, fa vincere, solo se si è insieme.

Foto tratta da: www.federnuoto.it

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