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Indennizzo attività commerciali a causa dei cantieri

I consiglieri comunali Romano e Rotellini: "Lo strumento incisivo esiste, è a disposizione tanto del Comune dell’Aquila quanto della Regione Abruzzo ma continua a rimanere inattuato"

“Una pentola a pressione che sta per esplodere: ecco come si sentono i commercianti del centro storico. Le salatissime bollettazioni Tari sono arrivate, i ristori promessi tramite Legge regionale, latitano. Come al solito l’amministrazione non ha considerato i disagi e le necessità delle attività produttive coinvolte nel rifacimento della nuova – necessaria – pavimentazione del centro storico“.

Così in una nota i consiglieri comunali Paolo Romano, L’Aquila Nuova e Lorenzo Rotellini, L’Aquila Coraggiosa.

“Lo strumento incisivo esiste, è a disposizione tanto del Comune dell’Aquila quanto della Regione Abruzzo ma continua a rimanere inattuato. Sono anni infatti che ci battiamo per far diventare realtà la legge regionale 32/2019, norma approvata per indennizzare le attività commerciali dai mancati introiti a causa dei cantieri pubblici; una legge pensata e approvata soprattutto per la ricostruzione pubblica dei crateri 2009 e 2016/2017. A seguito delle nostre sollecitazioni in consiglio comunale, fatte in occasione dell’approvazione del bilancio 2023, il Consiglio regionale aveva rifinanziato la legge con 100.000 euro e aveva annunciato una nota della Regione Abruzzo per l’avvio di ‘una ricognizione dei cantieri attivi nei 305 comuni abruzzesi’. Non solo, la maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale e il vicesindaco Raffaele Daniele promisero una commissione comunale dedicata a capire il perimetro delle aree specifiche da considerare per i ristori”.

“A distanza di mesi, da parte della Regione Abruzzo le risorse non risultano ancora impegnate e pronte per essere spese e la nota ai 305 comuni non è ancora pervenuta; da parte del Comune non solo non è stato mai avviato un dialogo per programmare l’azione amministrativa, ma non è neanche stata richiesta la Commissione consiliare. Dicono di essere gli uomini dei “fatti e non parole”, ma al momento si stanno preoccupando di più se liberare o meno una poltrona in Giunta che di dare risposte alla città. Ci sarebbe da lavorare sin da subito (è già tardi) e da imparare la lezione per i prossimi cantieri che partiranno nelle altre piazze: servirebbe una comunicazione istituzionale chiara e rispondente a realtà, una programmazione concertata anche in sedute aperte di commissioni, l’attivazione delle misure che già si trovano a disposizione degli amministratori e non da ultimo l’umiltà e il rispetto con cui ci si dovrebbe sempre approcciare al cittadino”, concludono i due.

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