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Ini Canistro: sensori speciali ad infrarossi per protesi ginocchio

Interventi perfetti e non invasivi con innovativa ‘chirurgia navigata’

Ini Canistro: sensori speciali ad infrarossi per protesi ginocchio

Una tecnologia innovativa con sensori speciali ad infrarossi per protesi al ginocchio “con interventi perfetti”: rientra nell’ambito della “chirurgia navigata” e viene praticata nella casa di cura di Canistro che fa parte del gruppo Ini con strutture anche nel Lazio. Ad effettuare le operazioni il chirurgo ortopedico Ettore Valente, direttore del raggruppamento riabilitazione clinica Ini Città bianca di Veroli, in provincia di Frosinone.

Nel centro della Marsica, Valente che ha alle spalle già una quarantina di operazioni con questa tecnica, ha effettuato due interventi di protesi al ginocchio utilizzando la nuova metodologia hi-tech che ha come particolarità, speciali sensori ad infrarossi che comunicano con il computer in sala operatoria, ovvero un tablet di ridotte dimensioni applicato ad un supporto. In questo modo il chirurgo è guidato nella valutazione ottimale dei tagli ossei, con garanzia di protesi applicate nel miglior modo possibile, al riparo da future complicazioni.

ll sistema, come sottolinea il dottor Valente, sta per essere sperimentato anche per le altre articolazioni, come la spalla, e a breve sarà implementato anche per la caviglia.

“L’utilizzo alla Ini di Canistro della nuova tecnologia per le protesi al ginocchio, è la conferma che l’innovazione è la chiave di volta del progresso medico e per la salute dei cittadini”, spiega il dottor Valente.

Alla Ini di Canistro, clinica privata che fa parte dell’omonimo gruppo nazionale, inaugurata nel 1988 dal professor Delfo Galileo Faroni, la chirurgia ortopedica è convenzionata con il sistema sanitario nazionale, con 26 posti letto a disposizione. L’attività non si è interrotta nemmeno durante l’anno segnato dal covid, grazie a rigorosi protocolli di sicurezza volti ad evitare contagi e focolai.

“La protesizzazione del ginocchio – spiega ancora Valente – sta eguagliando per numero la protesizzazione dell’anca, quindi è una prestazione molto frequente. Importante pertanto introdurre nuove tecniche già sperimentate a livello internazionale, per incrementare la precisione ed evitare quel 20 per cento di problematiche che possono verificarsi nel post-intervento”.

“Aspetto determinante sono dei sensori ad infrarossi che durante il trattamento chirurgico – continua Valente – noi andiamo a posizionare sul femore e sulla tibia del paziente per avere una migliore nozione per quanto riguarda l’anatomia, gli assi e l’articolazione. Pertanto, noi potremo andare a fare una protesi cucita su misura di ciascun paziente. I sensori infatti comunicano tra di loro e con il tablet che possiamo costantemente visionare, e che consente di valutare in modo estremamente preciso e in tempo reale quale è il migliore taglio, e non invasivo, da effettuare, sia all’altezza del femore che della tibia”.

Con la nuova tecnica, inoltre, si riduce sensibilmente la perdita di sangue, e la riabilitazione è più celere.

Spiega ancora Valente: “altro aspetto importante è che con questa tecnica l’intervento diventa anche un momento di confronto tra i vari componenti dell’equipe: potendo visualizzare sul monitor le varie fasi diventa uno strumento didattico, di crescita professionale”.

Tutte le fasi vengono registrate su una chiavetta usb che il chirurgo potrà conservare, aspetto importante dal punto di vista medico-legale.

Il Gruppo Ini da oltre 70 anni opera in Abruzzo, Lazio e nel centro-sud Italia, con 10 strutture sanitarie, oltre 1200 posti letto e circa 2mila dipendenti.

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