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Ipotesi chiusura palestre: sit-in ad Avezzano

Sante Baldassarre annuncia manifestazione oggi pomeriggio in piazza della Repubblica e invita “chiunque sia stato colpito duramente da questo nuovo dpcm” a partecipare alla manifestazione.

“La chiusura delle palestre rappresenta un missile che, se sparato, rischia di affondarci definitivamente. Ci hanno condannati a una morte lenta e atroce”.

Sante Baldassarre, tra i titolari della palestra Il Tempio scuola di arti marziali e palestra fitness di Avezzano, non ci sta ad essere in cima alla lista dei luoghi da chiudere.

La scorsa settimana il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa ha lanciato, infatti, un ultimatum: “Mettersi in regola, pena la sospensione delle attività”.

Un Aut Aut che, secondo Baldassarre, ha rappresentato l’accelerazione verso la fine: “Il problema è la presa in giro iniziata da circa due settimane fa – spiega a Info Media News – Conte per quanto mi riguarda è come le avesse chiuso le palestre già 15 giorni fa con le sue dichiarazioni che ci hanno dipinto come gli untori”.

Il titolare della palestra avezzanese annuncia un sit-in pacifico oggi pomeriggio alle 17 in piazza della Repubblica ad Avezzano e invita “chiunque sia stato colpito duramente da questo nuovo dpcm e chi ha il coraggio di difendere i propri diritti” a partecipare alla manifestazione.

Venite con le vostre famiglie a raccontare a gran voce le vostre difficoltà – aggiunge –. Inoltre, da maggio, tutti i titolari delle palestre sono andati incontro a ingenti spese per adeguare le strutture per il post-lockdown, attenendosi ai consigli del Comitato tecnico scientifico, alle linee guida e ai protocolli stabiliti dal Governo Conte.

Una rimodulazione degli spazi e un calo della clientela che da settembre scorso ha subìto un crollo senza precedenti.

“Le persone – terrorizzate da questo clima di tensione generale, che spesso viene enfatizzato dai titoli di giornale e da articoli che lanciano allarmi anche infondati – prosegue – non sono entrate più all’interno delle palestre. Abbiamo investito migliaia di euro a maggio per metterci in regola: sanificazione, prodotti specifici per la pulizia, seguiamo protocolli precisi, tanto che oggi chi entra in palestra entra in una ‘sala operatoria’ e poi ci viene detto che c’è il rischio di chiudere ancora. No, non ci sto”.

Sante Baldassarre, poi, sottolinea che “i 75 giorni di chiusura sono stati restituiti, in termini di abbonamenti, ai nostri clienti, e non abbiamo visto un nuovo cliente fino a settembre, quando si è iniziato a muovere qualcosa, da 500 persone siamo scesi a 150, abbiamo fatturato un terzo inizialmente e abbiamo fatturato zero ad ottobre”.

Siamo rovinati”, tuona.

“Come pagheremo affitti e utenze? Siamo protagonisti, nostro malgrado, di un continuo tira e molla che ci spezza le gambe, non abbiamo un aiuto e lavorando a prenotazione siamo certi che non è possibile prendere il virus all’interno della palestra: abbiamo uno spazio di 200 metri quadri e 6 persone a prenotazione. Poche persone che si allenano in ambiente totalmente sanificato e noi stiamo lì come le guardie svizzere”, spiega.

“Perché dobbiamo essere così attaccati? Non siamo un’attività essenziale? Sicuramente, ma non dimentichiamo che ci sono persone ipertese che hanno bisogno di uno sfogo. E le persone che hanno bisogno di posturale? O cittadini che hanno problemi ed è il medico stesso a consigliargli di iscriversi in palestra? Noi aiutiamo le persone, basti pensare a tutti coloro che soffrono di obesità o che sono in sovrappeso – dichiara – Il Governo pensa sia meglio che stiano sul divano a guardare la tv?”.

“Che vantaggio di trae dalla chiusura delle palestre?”, chiede ancora.

Sante Baldassarre, tra i promotori della chiusura nel mese di marzo, ci tiene a precisare che adesso le cose sono cambiate non in termini di contagio, ma di rischio del contagio: “A marzo abbiamo chiuso, insieme a tutte le palestre di Avezzano, prima del dpcm, lo abbiamo fatto per coscienza e non sapendo nulla sul nostro futuro. Oggi è tutto diverso: ci siamo adeguati e abbiamo messo in campo tutte le misure per tutelare la salute dei nostri clienti”.

Poi un attacco ai media, “rei” di aver calcato troppo la mano in alcuni casi: “Molti giornalisti hanno devastato questa categoria, giudicata non essenziale perché non produttiva. Ok, non è un bene di prima necessità, ma serviva affossarci così? – aggiunge – Siamo come una piccola azienda: paghiamo le tasse come tutte le attività essenziali, ma siamo più denigrati; noi abbiamo circa 10 persone che lavorano in palestra più tutto il mondo che ruota attorno; penso ai fornitori, a chi vende attrezzi per esempio, c’è un meccanismo che si allarga a macchia d’olio”.

In ogni caso, annuncia in segno di protesta, “se i miei soci non mi legheranno ad una pianta, io domani mattina aprirò la palestra”.

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