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Iss: abruzzese Palamara prima donna capo Malattie infettive

Ordinario microbiologia alla Sapienza, ora in trincea Covid, è originaria di Guardiagrele

Anna Teresa Palamara è il nuovo direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), la prima donna a ricoprire questo incarico nella storia del dipartimento.

Quello di Malattie infettive è il dipartimento in prima linea sul Covid e viene considerato uno tra i più importanti dell’Iss.

Riunisce anche l’epidemiologia e la microbiologia.

Medico e professore ordinario di Microbiologia presso la Facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università La Sapienza di Roma, Palamara, originaria di Guardiagrele (Chieti) è presidente del Collegio dei microbiologi italiani e autrice di più di 160 pubblicazioni scientifiche. Succede a Gianni Rezza, oggi Direttore Generale della Prevenzione al ministero della Salute.

Laureata all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha già insegnato all’Università di Napoli (Federico II) e a Roma a Tor Vergata.

È stata dal 2013 al 2019 presidente della III Sezione (Prevenzione e Salute Pubblica) del Consiglio Superiore di Sanità e presidente eletto della Società Italiana di Microbiologia (Sim).
Ha dedicato molta parte dei suoi studi alla conoscenza dei meccanismi coinvolti nella patogenesi delle malattie causate da virus con particolare attenzione ai virus respiratori, al ruolo dei microorganismi nell’insorgenza delle malattie neurodegenerative e all’antibiotico-resistenza.

La promozione della salute pubblica costituisce un denominatore comune di gran parte dei percorsi di studio e di ricerca di Palamara.

“Sono onorata di poter svolgere questo incarico in un Istituto di tale autorevolezza e prestigio al fianco del presidente Silvio Brusaferro e al servizio della salute pubblica. Il mio obiettivo – ha commentato – è quello di contribuire ad organizzare un dipartimento che promuova una stretta sinergia tra attività di ricerca e di sanità pubblica e che, facendo rete con le altre eccellenze del Paese, possa offrire conoscenze e competenze aggiornate e consolidate sia per affrontare la ‘convivenza quotidiana’ con i microrganismi sia per essere pronti a gestire eventuali emergenze come quella che abbiamo vissuto”.

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