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La città ridona e ridà: raccolti 710 euro per la scacchiera di Avezzano

I membri dell'associazione Sessantasettezerocinquantuno: "Se c'è una caratteristica che contraddistingue il nostro popolo, questa è sicuramente la cocciutaggine. Avezzano non è la città dei sentimenti di sconfitta".

710 volte Grazie. 710 euro raccolti in un solo giorno per quello che è diventato oramai un bene pubblico, donato dai cittadini ai cittadini, per il loro preziosissimo tempo libero e per l’oro della socializzazione di comunità.

Si tratta della nota scacchiera gigante di via Mazzini, deturpata più e più volte da vandali, inciviltà e maleducazione.

La campagna lanciata ne giorni scorsi prevedeva l’offerta di 1 euro a persona per la manutenzione e il mantenimento della scacchiera, donata alla città e progettata dall’associazione di volontari Sessantasettezerocinquantuno nel 2021. Associazione che, più recentemente, ha istallato anche una dama gigante sul Monte Salviano, in occasione della giornata ecologica.

La raccolta fondi è andata avanti per tutta la giornata di ieri dalle 12 alle 20 di sera.

Queste le parole ufficiali del team della grande scacchiera: “Con tanta ‘cocciutaggine in corpo’, la risposta degli avezzanesi, rispetto alla nostra iniziativa, è stata esemplare, calorosa, a tratti commovente. In tantissimi avete risposto al nostro appello; in tantissimi avete voluto lanciare un messaggio forte e chiaro: Avezzano non è e non vuole diventare la città del degrado e dei sentimenti di sconfitta!”.

Gli scacchi rappresentano un presidio libero, democratico e gratuito, e torneranno al loro posto, grazie a questa attivissima risposta da parte della cittadinanza. Come associazione, “vogliamo promuovere un atteggiamento nuovo, un nuovo modo di vivere la nostra città. C’è ancora tanta strada da fare, ma i presupposti sono ottimi”.

La maxi scacchiera è di tutti, è vero, ma soprattutto di chi si diverte con il rispetto e la cura di ciò che c’è e di ciò che si offre.

La grande scacchiera è di chi la conserva e di chi la considera parte integrante del proprio patrimonio di città e di comunità. La maleducazione va soppiantata da gesti pubblici di civiltà. Una parte, misera, della città – per fortuna in netta minoranza – distrugge, mentre la maggior parte della popolazione cittadina, con le maniche tirate all’insù, ricrea e sempre ricreerà.

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