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“La Grande Marsica”: storia di un futuro possibile

Di Pangrazio lo annuncia: "Bisogna compattarsi, unirsi, fare squadra. E questo non è solo il mio sogno, ma il sogno di un territorio che deve poter non solo contare su se stesso, ma contare di più anche a livello regionale". Il modello di riferimento è quello della Grande Pescara.

Giovanni Di Pangrazio , al timone di una città cosiddetta capofila, ci aveva già provato con la genesi delle adunanze dei sindaci marsicani, realtà che radunavano entro le stesse mura, tutte in una volta, le voci politiche e amministrative di un’area larga e con uguali necessità e ambizioni, la Marsica. Una zona, questa, da più d 130 mila abitanti, che oggi fa fatica, a detta del sindaco di Avezzano, a “trovare il suo ruolo di rispetto sui piani regionali e nelle dinamiche abruzzesi”. Un’area vastissima, energica, piena di eccellenze, colma di imprenditori, pronta a partire. Ma piena anche di tagli, ferite, vuoti, bisogni, criticità.

Siamo 37 sindaci e in varie occasioni – dice Di Pangrazio – abbiamo già dimostrato che assieme possiamo farcela. Serve questo scatto in avanti, questo colpo di reni, funzionale. La Grande Marsica potrà dialogare con la Grande Pescara, potrà garantire i diritti di tutti i Comuni, percepire fondi, attrarre investimenti in maniera più agevole. E’ un sogno che può farcela ad avverarsi, perché esiste una legge regionale apposita. Si tratta di trasformare queste volontà in adesioni formali e istituzionali e poi chiedere il riconoscimento come macro-area. La Grande Pescara, questo progetto nato più di qualche anno fa, sta procedendo. Perché le aree interne non possono avere un megafono simile?”. La Grande Pescara, lo ricordiamo, è un’area metropolitana abruzzese, nata dall’unione – espressa tramite referendum popolare – dei comuni di Spoltore, Montesilvano e Pescara. La legge regionale che disciplina la sua costituzione indica la data di riferimento della nascita ufficiale come quella del 1 gennaio 2023, così come stabilito dalla legge numero 26 del 24 agosto del 2018, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo. Un iter intenso, lungo e anche con colpi di scena, iniziato nel 2014.

In realtà, la sfida territoriale unitaria di Di Pangrazio potrebbe trovare proseliti e prosieguo anche in altre aree interne limitrofe, come Sulmona e Castel Di Sangro e quindi la Valle Peligna e tutto l’Alto Sangro. “Dico e parlo della Grande Marsica perché da un punto zero bisogna pur partire. Ma non si tratta di un’idea visionaria, perché è fondata su coordinate legislative. Noi come territorio abbiamo necessità di avere un riconoscimento regionale, come forza regionale, al di là dei partiti, al di là delle bandiere. L’Aquila è arroccata entro le sue mura, però le aree interne hanno bisogno di progettare e i uscire allo scoperto come sistema: è il tempo per coltivare questo passo collettivo”, conclude.

Sulla questione, ha espresso una posizione ufficiale sui social già il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio: “Sono assolutamente d’accordo – scrive sul suo profilo – con il Sindaco Giovanni Di Pangrazio per l’unione dei comuni della Marsica e sono pronto a collaborare fattivamente alla sua iniziativa. Trentasette Sindaci che, in spirito di servizio alla cosa pubblica e prescindendo dalle fugaci correnti politiche, affrontino insieme le grandi sfide di sviluppo del territorio e di “ricostruzione” dell’economia dopo le conseguenze dell’emergenza sanitaria, nella prospettiva di un rilancio di tutte le zone interne, è una realtà che va perseguita ad ogni costo. Ora o mai più! Il potenziale della Marsica, che ha solide basi derivanti dall’unità storica, geografica e identitaria, è grande e va sfruttato a pieno per il benessere dei nostri concittadini, delle aziende locali, dell’agricoltura, del turismo e dell’industria”.

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