La narrazione del ‘borgo‘ è la più deteriore.
Quella del borgo medievale, dove c’è il recupero storico artistico, sicuramente importante da molti punti di vista, ma che non esaurisce la realtà delle aree interne, luoghi di emarginazione sociale, assenza di servizi, calo demografico, dinamiche complesse che non si esauriscono nell’immagine per i turisti, per attrarre un certo tipo di flusso, di investimenti, che arricchiscono una quota della popolazione, fanno una parte dell’economia di un posto, ma non creano sviluppo nel senso più risolutivo”.
Così Francesca Sabatini, assegnista di ricerca in Geografia al dipartimento di Scienze umane dell’Università dell’Aquila, sull’importanza di veicolare, tra istituzioni e organi di stampa, descrizioni delle aree interne fondate sulle reali criticità affrontate dagli abitanti, legate anzitutto alla carenza di servizi essenziali.
Sabatini ne discuterà oggi, 26 settembre alle 17.30, in piazza del Popolo a Gagliano Aterno (L’Aquila), all’incontro di formazione “Le aree interne, dalla politica alle narrazioni. Se il racconto trasforma il territorio” dove interverranno anche il giornalista di Altraeconomia e Il Manifesto Luca Martinelli, la giornalista di Orticalab Maria Fioretti; lo scrittore, docente di geografia ed economia nonché giornalista del Germe Savino Monterisi.
L’incontro fa parte della serie di iniziative del progetto “Nuove esperienze ospitali (Neo)” del gruppo di ricerca in Antropologia dell’associazione culturale Montagne in movimento (Mim) che ha dato vita, proprio a Gagliano Aterno, alla prima scuola immersiva, applicata e professionalizzante su aree interne, transizione ecologica, montagne, attivazione, rigenerazione.
“Parlerò dei rischi di estetizzare, romanticizzare i territori delle aree interne quando si raccontano in modo estetico come dimensione di fuga dall’urbano. Ed esporrò quali possono essere le modalità per costruire narrazioni dal basso, che comprendano tutte le contraddizioni e gli aspetti dei territori marginali”, conclude Sabatini.