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Lama dei Peligni: festa per i 30 anni del camoscio

Lo slogan del Parco nel 1991, quando nacque l'area faunistica del camoscio appenninico: 𝟮𝟬𝟬𝟬𝘅𝟮𝟬𝟬𝟬𝘅𝟮𝟬𝟬𝟬, 2000 camosci - a 2000 metri di altitudine - entro l'anno 2000.

Il 19 agosto del 1991 il Parco Nazionale D’Abruzzo inaugurava l’area faunistica del camoscio appenninico di Lama dei Peligni, nella Provincia di Chieti.

La struttura nasceva con un chiaro scopo divulgativo ed educativo.

Il camoscio appenninico, allora, era presente unicamente nel Parco Nazionale D’Abruzzo e correva ancora un alto rischio di estinzione. Questo meraviglioso animale mancava da più di un secolo sulle cime della Maiella come su quelle del Gran Sasso. La creazione dell’area faunistica, 4 anni prima dell’istituzione del Parco della Maiella, fu solo il primo piccolo passo di uno dei più importanti ed ambiziosi progetti avviati dal Parco Nazionale d’Abruzzo per contribuire fattivamente alla conservazione della biodiversità.

𝟮𝟬𝟬𝟬𝘅𝟮𝟬𝟬𝟬𝘅𝟮𝟬𝟬𝟬 era slogan, obiettivo e nome stesso del progetto: 2000 camosci – a 2000 metri di altitudine – entro il 2000.

Il progetto, figlio dello spirito e della visione che animava il mondo della conservazione italiana di allora, venne ideato e realizzato dal Parco Nazionale d’Abruzzo, sotto la direzione di Franco Tassi e con l’aiuto di diverse associazioni ambientaliste. Dopo la costruzione dell’area faunistica seguirono tre ripopolamenti: nel 1991, 1992, 1993. Nuclei di camosci vennero prelevati dagli elicotteri dell’Aviazione Leggera dell’Esercito dalle montagne del Parco per essere reintrodotti sulle cime della Maiella e su quelle del Gran Sasso. Grazie a queste operazioni, dall’esito per nulla scontato, l’obiettivo del progetto fu effettivamente raggiunto: più di 2000 camosci sono tornati sulle alte cime rocciose d’Appennino già prima del nuovo millennio.
Negli anni poi seguirono ulteriori reintroduzioni del Camoscio in Appennino, sia ad opera del PNALM che per mano dei nuovi Parchi Nazionali appena nati, fino ad arrivare a quelle realizzate sui Monti Sibillini e sul Sirente-Velino, tra il 2009 e il 2014 grazie al LIFE Coornata.

Oggi la popolazione di camoscio appenninico conta all’incirca 3500 individui e questo consente di considerare la specie vicina all’essere fuori dal rischio estinzione. Dopo quasi 100 anni di Natura protetta, il progetto “2000x2000x2000” è uno dei successi di conservazione più importanti per la storia del Parco e per quella della Natura italiana.

Il nostro grazie va a tutti gli operatori coinvolti nelle operazioni di allora e che negli anni si sono dedicati alla tutela e al monitoraggio della specie. Un ricordo particolare lo dedichiamo al Dottor Maurizio Locati, che fu coordinatore delle operazioni di reintroduzione ma che venne a mancare nel settembre del ’92, non potendo così vedere la sua opera conclusa. A lui oggi è dedicato il museo del camoscio a Lama dei Peligni”, questo si legge a chiare lettere sulla pagina social del PNALM.

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