“Da Consigliere Comunale, da cittadino, da padre, sono molto preoccupato da ciò che vedo coi miei stessi occhi, quotidianamente all’Aquila. Intere porzioni di città, e mi riferisco in particolare a:
1) Parco del Castello dalle prime ore del pomeriggio
2) Portici di San Bernardino
3) Piazzale del megaparcheggio
sono letteralmente sottratte alla collettività e sono nelle mani di babygang che sono dedite allo spaccio, palese e senza pudore, con dinamiche di degrado e pericolosità simili a quelle della Stazione di Milano”. Lo scrive in una nota, divulgata alla stampa, Enrico Verini, Capogruppo Comunale di Azione nel Comune dell’Aquila.
“Non lo dico per sentito dire ma perché ho scelto da un anno di fare il Consigliere Comunale camminando, girando, parlando con le persone e così facendo ho registrato una situazione che riporto esattamente per come appare ai miei occhi e a quelli di chiunque frequenti le zone menzionate. Chi pensa che esageri, vada di persona e verifichi.
All’Aquila c’è un gigantesco problema di droga e, nell’audizione in commissione dell’ASM, abbiamo avuto il terrificante dato che ogni giorno vengono raccolte 200 siringhe. Tutti i giorni. Sulle cause delle dipendenze non intendo indagare ma auspico che si indaghino e si mettano in campo politiche ed azioni per contrastare il fenomeno; non posso fare a meno però, da padre, di chiedermi se i genitori abbiano coscienza di come si sia diffusa la cultura dello sballo tra i giovani e giovanissimi“.
“Da Consigliere rivolgo un appello alle autorità in oggetto perché si convochi a stretto giro un tavolo di coordinamento sulla sicurezza per fare qualcosa perché io non accetto né accetterò mai di vedere l’illegalità padroneggiare sui diritti dei cittadini, né di vedere zone della città, come il parco del castello appunto, non più fruibile da una mamma con un figlio. Non è accettabile! Non sta a me indicare le misure da mettere in campo ma di certo è intuitivo ritenere che un pattugliamento integrato tra forze dell’ordine, anche con cani antidroga, in giro per la città e in particolare negli spazi che ho indicato, potrebbe almeno eliminare l’incancrenirsi di una situazione che, statene certi, o combattiamo subito oppure entro non molto evolverà in qualcosa di più grave e pericoloso. Un pattugliamento a piedi che però non sia estemporaneo. Qua bisogna prevedere una azione sistematica e nel tempo. Viviamo in un territorio raccolto e mi rifiuto di credere che non possa essere organizzato. Concludo chiedendo accoratamente, attraverso questa lettera aperta, di fare qualcosa e di farla subito”, questa la conclusione.