“Continui ed incresciosi fatti di cronaca che si susseguono nelle disordinate notti aquilane impongono una prioritaria attenzione al tema della sicurezza urbana. Il modello promosso dall’amministrazione attuale, che vuole un centro storico della Città povera di residenti e ricca di movida, rischia di favorire il degrado urbano e la diffusione di fenomeni allarmanti di microcriminalità nei quartieri del centro sempre più deserti nelle ore notturne”.
Ad intervenire sul tema della sicurezza, dopo la violenta aggressione in centro con vittima una donna 30enne, è il consigliere comunale Gianni Padovani, del gruppo 99 L’Aquila.
IL RESTO DELLA NOTA
La sicurezza urbana dovrebbe, in tali circostanze, essere la massima priorità del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che, invece, non si preoccupa neppure di nominare un comandante della Polizia Locale. Anzi, l’amministrazione comunale ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza con la quale il Tar Abruzzo ha disposto l’annullamento del conferimento dell’incarico dirigenziale ad interim del Settore di Polizia Municipale all’Avv. De Nardis. Eppure la sentenza del TAR è chiara e trova fondamento nella LR n.42/2013 (art.5, 1) che non si presta ad alcun equivoco:“…il ruolo di Comandante può essere attribuito solo a personale inquadrato nei ruoli della polizia locale…”.
La legge può piacere o non piacere, ma non si discute e semplicemente si applica. Ed il Comune dell’Aquila incredibilmente da almeno 5 anni si rifiuta di applicare una legge per dotare il Capoluogo del Comandante della Polizia Locale, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La questione del miglioramento della sicurezza urbana non si risolve aprendo un contenzioso con il TAR, continuando ad applicare quell’egocentrismo politico supportato dalla creatività di pareri tecnici. Tra l’altro sulla questione delle nomine alla polizia locale sussistono ulteriori ricorsi, il che consiglierebbe all’Amministrazione a non insistere, ad annullare tutti gli atti in autotutela e procedere finalmente alla nomina di un Comandante “inquadrato nei ruoli della polizia locale”, nel pieno rispetto della normativa! Ed affrontare finalmente con metodo ed organizzazione l’angosciante degrado della vita civile in Città.
E’ mio dovere di Consigliere comunale avvertire che se l’Amministrazione farà ricorso contro la sentenza del TAR, ebbene questo ricorso sarebbe fondato sulla volontà di continuare a violare una norma vigente. Un ricorso già perso in partenza significa pianificare un danno erariale, da parte di chi propone il ricorso a livello politico e da parte di chi lo supporta con estrosi pareri tecnici.
Chi decide il ricorso e chi lo produce, quindi, rischia seriamente di risponderne di fronte alla Corte dei Conti. Invece di fare un ricorso temerario, il sindaco dovrebbe quindi rispettare la legge, che indica gli strumenti per risolvere la questione e, pur senza entrare in inutili tecnicismi, possiamo affermare che L’Aquila può essere dotata da subito di un Comandante pro-tempore.
E mi permetto di suggerire infine un’altra strada possibile, dal rilevante significato politico perché renderebbe alla Città Capoluogo quel ruolo, dimenticato da questa Amministrazione, di Città territorio, Città guida al servizio di un’area vasta. Lo strumento legislativo è il Dlgs.n.267/2000 (art.30, commi 1 e 4) laddove si incentivano forme associative tra Comuni.
È possibile costituire un “Corpo di Polizia Locale del Comprensorio Aquilano”. In buona sostanza, una pluralità di Comuni potrebbero associarsi per svolgere le funzioni proprie di Polizia Locale ed individuando un solo Comandante per un territorio corrispondente al Comprensorio aquilano, in un primo momento individuabile con tutti i Comuni confinanti con L’Aquila.
Forse tutto questo è fantascienza per l’attuale amministrazione, ma in realtà si tratta di forme associative molto diffuse in Italia, ed in Abruzzo già opera da alcuni anni in forma associata la “Polizia Locale della Marsica”. La convenzione tra L’Aquila ed i Comuni limitrofi avrebbe numerosi vantaggi e permetterebbe di superare vincoli organici, perché un solo Dirigente sarebbe al servizio di una pluralità di Comuni. Una convenzione di tale natura avrebbe un notevole significato politico per L’Aquila, città guida, rafforzando la sicurezza e migliorando i servizi forniti dal capoluogo all’intero territorio.
Mi auguro che l’Amministrazione voglia rispettare la sentenza del TAR e considerare la possibilità di esercizio in forma associata delle funzioni di polizia locale, finalizzata ad avere un controllo integrato dei territori dei Comuni convenzionati ed a produrre economie di costi, organiche, funzionali e logistiche.
La sicurezza urbana all’Aquila è diventata questione così urgente che non è proprio il caso di perdere ancora tempo. È invece tempo di agire.