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L’Aquila: Rocco Papaleo a “I cantieri dell’immaginario”

“Sono particolarmente felice di essere a L'Aquila, è una città che amo, alla quale sono molto legato."

“Sono particolarmente felice di essere a L’Aquila, è una città che amo, alla quale sono molto legato. Vi chiedo 10 secondi di silenzio per godere di questa magnifica visione e di questa bellezza. E per vedere voi tutti seduti in questo splendido scenario”.

Così Rocco Papaleo ha salutato il suo pubblico dalla suggestiva location della Scalinata di San Bernardino che culmina con la facciata illuminata della Basilica da cui prende il nome, ieri sera all’Aquila in apertura del suo “Divertissement”. Lo spettacolo di teatro-canzone portato in scena è uno dei grandi eventi di caratura nazionale e internazionale in programma per “I Cantieri dell’Immaginario”, la manifestazione promossa e organizzata dal Comune del capoluogo abruzzese, e presentato dal Teatro Stabile d’Abruzzo e Stefano Francioni Produzioni.

Papaleo era in platea, sui gradini della scala già prima dell’inizio della rappresentazione e, mentre gli oltre 1.000 spettatori si accomodavano ai propri posti, ha fatto gli onori di casa, firmato autografi e scattato selfie con i fan.

Sul palco con Papaleo, Arturo Valiante al pianoforte, Guerino Rondolone al basso, Fabrizio Guarino alla chitarra e Lorenzo Lupi alla batteria, che hanno accompagnato musicalmente l’intera performance e proposto brani composti dall’attore stesso, insieme a qualcuno dei grandi classici della musica internazionale.

“Ho vissuto molto intensamente questa città prima del terremoto – ha raccontato l’attore – Nel 2007 girammo qui un film con Giovanna Mezzogiorno, e io ho un bellissimo ricordo di quei due mesi. Lavoravamo e frequentavamo locali che non ho trovato altrove. Io non vedevo l’ora di finire di girare per andare a mangiare il famoso panino con la frittata. Perché pane e frittata è un po’ il mio cibo preferito”.

Il pane e frittata è stato il protagonista di uno dei racconti dello spettacolo, pensato come un diario personale, una raccolta di pensieri, appunti, ricordi, storie divertenti e musiche che si intrecciano e si liberano. Legato indissolubilmente ad un ricordo personale del passato di Papaleo, era lo spuntino che sua madre gli preparava per le sue lunghe camminate e che lui mangiava solo dopo essere arrivato alla meta prefissata, perché “sponsato”, ammollato in dialetto lucano, acquistava maggior sapore. Il vero sapore del panino, però, era quello del ricordo, come affermato dall’attore stesso durante lo sketch.

“Perché se al panino con la frittata ci togli mia madre, resta solo un panino con la frittata come tanti. Ma se al panino con la frittata ci togli il panino con la frittata, resta mia madre”.

Una serata brillante e divertente all’insegna del teatro, dell’intrattenimento, della poesia e delle canzoni, ma anche del gioco. Il pubblico, infatti, è stato ripetutamente coinvolto dal performer, che ha cercato volontari tra gli spettatori ora per suonare uno strumento, ora per salire sul palco con lui per impersonare la protagonista di una canzone.

Per il finale Papaleo ha invitato tutta la scalinata, che ha accettato la proposta senza troppa esitazione, a cantare il riff della prima canzone che ha scritto nella sua vita e a “rendere memorabile la serata”: alzarsi tutti in piedi e, senza vergognarsi, ondeggiare e fare il ballo de “La Foca”.

E mentre stava per calare il sipario, Papaleo si è rivolto per l’ultima volta al suo pubblico: “ci siete piaciuti stasera, avete riso e applaudito nei momenti giusti, andiamo in tournée insieme!”.

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