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L’Aquila: scacco alla mafia nigeriana, 30 arresti in tutt’Italia

Quasi 100 capi di imputazione: traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, truffe romantiche, truffe informatiche e riciclaggio

Traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, truffe romantiche, truffe informatiche e riciclaggio anche attraverso la compravendita di bitcoin.

Sono solo alcuni dei capi di imputazione, quasi 100, nei confronti delle 55 persone inquisite nell’ambito dell’inchiesta portata avanti dalla Procura della Repubblica dell’Aquila “Hello Bross” che ha portato all’arresto di 30 persone, indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso e ritenuti componenti dell’organizzazione mafiosa nigeriana, denominata “Black Axe”.

I dettagli sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta anella sala “Calvitti” della Questura del capoluogo abruzzese.

All’incontro erano presenti tra gli altri il Questore dell’Aquila, Gennaro Capoluongo, il procuratore della Repubblica dell’Aquila, Michele Renzo, il sostituto procuratore della Repubblica Stefano Gallo, il direttore della Direzione centrale Anticrimine, Francesco Messina, il direttore del Servizio centrale operativo, Fausto Lamparelli, il capo della squadra Mobile dell’Aquila, Marco Mastrangelo, e il commissario Benedetta Mariani, responsabile della sezione di Polizia giudiziaria del capoluogo abruzzese.

Le indagini, che hanno dato genesi all’operazione denominata “Hello Bross”, sono iniziate nel 2018.

“Abbiamo finalizzato oggi una lunga indagine contro un nucleo di mafiosi nigeriani. Si tratta di un’associazione mafiosa con connotazioni particolari. Le indagini nascono da una grande capacità di attenzione a quello che accade sul nostro territorio – ha spiegato Renzo -, la Procura dell’Aquila ha compiuto quattro indagini di ampio respiro negli ultimi anni. Da aprile 2018 abbiamo richiesto quattro istanze di misure cautelari, nei confronti di due gruppi criminalità. L’attività investigativa di polizia in oggetto arriva da un investimento importante in termini di studio, conoscenze e competenze. Nel momento in cui ci si interroga sulla presenza degli stranieri in Italia e si ragiona sull’integrazione degli stessi, dobbiamo tenere presente che non c’è integrazione senza regole, ed è proprio partendo da questo si è sviluppato il nostro lavoro”.

“Nel 2018 abbiamo iniziato a indagare, ricostruendo le attività con grande puntiglio, un grande lavoro iniziato da una intuizione dell’ex capo della Mobile Niglio, un lavoro portato avanti dal commissario Mariani, responsabile di Pg, e l’intera struttura della polizia che ha portato a termine in modo brillante una grande prova”, ha aggiunto Renzo.

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