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Lavoro: all’Aquila intesa inserimento stranieri vulnerabili

Ministeri, sindacati e Ance insieme per agevolare formazione

Con la firma del Prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, è stato ufficialmente siglato il protocollo d’intesa per favorire l’inserimento socio lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità nel territorio della provincia dell’Aquila.

Al documento, approvato in via preliminare dal Ministero dell’Interno e che rappresenta uno dei primissimi accordi siglati nelle province italiane, hanno aderito: l’Ente paritetico unificato per la formazione, la sicurezza e la salute della provincia dell’Aquila (Ese-Cpt L’Aquila); le strutture Accoglienza Immigrazione (SAI) dei Comuni dell’Aquila, Pizzoli, Castel di Sangro, Campo di Giove e Cansano; la Caritas Diocesana dell’Aquila e l’organizzazione di volontariato “Dominare, Coltivare e Custodire”.

A lanciare l’allarme è Confartigianato Chieti L’Aquila, che analizza l’impatto sulle Mpi della crisi energetica e dell’impennata dei prezzi del gas.

Dalla rilevazione di Confartigianato emerge che, a livello nazionale, gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2000 MWh si traducono in un maggiore costo, tra settembre 2021 e agosto 2022, di 21,1 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti.

Nonostante l’Abruzzo, per dimensioni, non sia tra le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le Mpi supera il miliardo di euro, l’incremento raggiunge comunque le centinaia di milioni di euro. I settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare. “La questione, anche nel nostro territorio – afferma il presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, Camillo Saraullo – sta letteralmente mettendo in ginocchio le piccole imprese. In Italia la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è più elevata rispetto a quanto avviene nell’Unione europea: a luglio 2022 il prezzo dell’elettricità è cresciuto dell’85,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia. La situazione è insostenibile. Tra le nostre aziende si moltiplicano i casi di lockdown energetico e molti imprenditori rischiano la chiusura”.

Secondo l’associazione “servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti”. “Vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate da questo Esecutivo: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento – osserva Saraullo – in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione”.Tra gli interventi sollecitati da Confartigianato anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio ‘chi inquina paga’.

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