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Lecce nei Marsi, focus sulle Faggete Vetuste aspettando l’Unesco

Lecce nei Marsi terra di storia. Non quella testimoniata da antichi reperti archeologici, simbolo di vite di uomini vissuti prima di noi, bensì la storia della Natura. Quella natura incontaminata e indistruttibile che, da epoche immemori, fa del paese marsicano un piccolo paradiso del verde. Il vero e proprio tesoro nascosto nel territorio di Lecce nei Marsi è, però, la faggeta Moricento, prossima al riconoscimento da parte dell’Unesco. Domani, 4 gennaio 2017, alle ore 17, nella Biblioteca Comunale di Lecce nei Marsi, si terrà, a tal proposito, un incontro pubblico, per trattare della candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, delle faggete vetuste del Parco Nazionale dei paesi di Villavallelonga, Opi, Pescasseroli e Lecce nei Marsi.

«Interverranno all’evento: il Presidente del Parco Antonio Carrara, il Presidente della Comunità del Parco Antonio Di Santo, la Responsabile del Servizio Scientifico del Parco Nazionale Cinzia Sulli, il Sindaco di Lecce nei Marsi Gianluca De Angelis e, inoltre, il fotografo naturalista Bruno D’Amicis», spiega Augusto Barile, consigliere comunale e membro del consiglio di amministrazione dell’Ente Parco. «Proprio il fotografo D’Amicis ha realizzato uno splendido servizio fotografico, entrando nel cuore della faggeta e cercando di carpirne i segreti».

I boschi di faggio che si trovano sul territorio di Lecce sono tra i più antichi del mondo. Il riconoscimento che arriverà, quasi sicuramente, dall’Unesco, però, parte anche dall’idea, partorita in Germania, di elevare a simbolo del Vecchio Continente la foglia di faggio poiché «si tratta della prima pianta che ha attecchito sul territorio europeo dopo la glaciazione. La troviamo, infatti, nel Nord come nel Centro e Sud Europa, dunque è un albero, già di per sé, caratteristico della flora europea», prosegue l’uomo.

«L’Unesco ha inviato una sua rappresentante cinese ad effettuare un sopralluogo, nelle faggete candidate ad ottenere il riconoscimento. La candidatura è tuttora in corso, ma l’impressione e il giudizio dati dall’ispettrice sono stati particolarmente positivi. La donna, infatti, è rimasta affascinata soprattutto dalla nostra faggeta Moricento, che si estende all’interno di un’area integrale del Parco, all’interno della quale non è possibile neanche accedere a piedi». Una faggeta figlia di epoche storiche, che ha mantenuto la sua bellezza, grazie anche all’impegno di chi ha contribuito a conservarla e 15878223_10202920287965686_1213138748_o-2a proteggerla.

«Il Parco Nazionale d’Abruzzo è capofila a livello italiano per questi riconoscimenti Unesco. Lavora, inoltre, in stretta collaborazione, con il Ministero dell’Ambiente. A curare l’ambito scientifico l’Università della Tuscia, con la supervisione del Professor Piovesan, che ha effettuato i carotaggi e la datazione dei faggi, arrivando a rinvenire piante antiche di circa 650 anni», aggiunge Augusto Barile.

Durante l’incontro, inoltre, verranno proiettate varie slide e foto, del servizio realizzato da D’Amicis. Immagini che mostreranno non soltanto la struttura della faggeta ma, anche, la ricca fauna del bosco, quindi, l’orso, la volpe, il lupo. «Ovviamente si parlerà degli effetti, soprattutto a livello economico e occupazionale, che scaturiranno dal riconoscimento Unesco», specifica l’uomo.

«È un riconoscimento importante per la comunità intera, anche perché sarà il primo, da parte dell’Unesco, su un patrimonio biologico, quindi saremo i primi al mondo ad essere insigniti di un simile motivo d’orgoglio – conclude – Sarà anche la dimostrazione che si è riusciti a trovare l’equilibrio giusto nella convivenza tra uomo e natura». Il paese di Lecce è, dunque, riuscito a preservare le ricchezze naturali ereditate dai tempi antichi. I leccesi di oggi consegneranno alle generazioni future «questi monumenti naturali, sperando che i riconoscimenti che, anno per anno, si stanno ottenendo, possano contribuire a tingere di verde non soltanto il paesaggio che li circonda ma, anche e soprattutto, la speranza sul futuro che li attende».

 

 

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