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LFoundry, sindacati apriranno nuova fase di mobilitazione

"Prendiamo atto positivamente dell’impegno preso dagli esponenti politici di allargare la vertenza coinvolgendo tutti i sindaci e amministratori del territorio"

Continua la battaglia dei sindacati a tutela dei lavoratori precari della sede di Avezzano della LFoundry. FIOM-CGIL e NIDIL-CGIL hanno annunciato che apriranno nei prossimi giorni una nuova fase di mobilitazione.

“Il tavolo di lavoro, come lo si è definito, che si è tenuto il 25 luglio presso la Sala Consiliare del Comune di Avezzano, promosso dall’Assessore Loreta Ruscio, con la partecipazione dell’Assessore Regionale Quaresimale, può essere letto come una presa di coscienza da parte delle amministrazioni locali del gravissimo problema sulla precarizzazione del lavoro nello stabilimento Lfoundry di Avezzano. – si legge nella nota – Le scriventi OO.SS. prendono atto positivamente dell’impegno preso dagli esponenti politici presenti di allargare la vertenza coinvolgendo tutti i Sindaci e amministratori del territorio.

Ciò nonostante non si può non sottolineare che nei futuri incontri non si potrà prescindere dalla presenza della parte datoriale.

Il tavolo non ha potuto fare altro che fotografare la drammatica situazione delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento in regime di lavoro precario.

Lfoundry rappresenta un patrimonio industriale collettivo non solo della città di Avezzano o del territorio, ma dell’intero Abruzzo.

La nascita e lo sviluppo della realtà produttiva è peraltro anche frutto di cospicui finanziamenti pubblici.

La responsabilità dei vertici aziendali non è solo economica, ma anche sociale rispetto a scelte sulla politica occupazionale e assunzionale. Il lavoro di qualità e stabile porta produzioni altrettanto di qualità e stabili.

FIOM-CGIL e NIDIL-CGIL apriranno nei prossimi giorni una nuova fase di mobilitazione che porterà, attraverso il coinvolgimento di tutti i lavoratori dello stabilimento (precari e strutturati) ad una piattaforma rivendicativa sul tema.

Non si può costantemente rincorrere le emergenze occupazionali che sono solo frutto di una premeditata scelta aziendale.

Riteniamo che sia una precisa responsabilità sociale in capo all’azienda quella di condividere un percorso di stabilizzazioni con le parti sociali coinvolte.

I temi della programmazione dei percorsi assunzionali fanno il paio con quello del futuro dello stabilimento e delle prospettive industriali.

I posti occupati dai lavoratori in somministrazione sono strutturali da molti anni e vengono per la maggior parte ricoperti attraverso l’utilizzo di un turn-over selvaggio che non solo precarizza il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori, ma compromette anche la qualità delle produzioni e la solidità dello stabilimento.

Stigmatizziamo questo terrificante paradigma, nuova frontiera dello sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, proprio in un momento in cui si inaspriscono in Italia i conflitti sui nuovi modelli di lavoro deregolamentato.

Tutto ciò rappresenta una grave minaccia alla dignità e al futuro di chi vive e di chi programma le proprie scelte di vita su una realtà produttiva che rappresenta e che deve continuare ad essere il fiore all’occhiello dell’industria abruzzese”.

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