Nelle prime ore della mattinata odierna, la Polizia di Stato di L’Aquila, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di L’Aquila, nei confronti di 5 cittadini nigeriani, responsabili di lesioni e rapina aggravata, in concorso, in danno di un connazionale.
Il provvedimento è scaturito al termine dell’attività di indagine svolta dagli operatori della Squadra Mobile a seguito di un intervento della Volante richiesto dalla vittima dopo aver riconosciuto alcuni dei suoi aggressori.
In particolare il giovane rapinato, mentre si trovava nel piazzale antistante il Centro Commerciale “La Meridiana”, riconosceva in altri cittadini nigeriani, presenti sul posto, alcuni aggressori che qualche giorno prima lo avevano malmenato e derubato di una somma di euro 2.000.
Nel mese di ottobre la vittima aveva riscosso parte della somma di euro 5.500, frutto di una vincita al gioco presso una sala scommessa sita in questo capoluogo. E.I.B., 23enne nigeriano, venuto a conoscenza della suddetta vincita, organizzava un agguato con la complicità di altri suoi connazionali.
Qualche giorno dopo, il malcapitato veniva accerchiato da tre persone che, sfruttando la forza intimidatrice dell’appartenenza ad una supposta associazione criminosa, pretendevano la consegna del denaro vinto e dopo averlo selvaggiamente picchiato, per conto del “capo dei neri”, gli sottraevano dalla tasca interna della giacca la somma di 2.000 euro, che portava sempre con sé.
All’aggressione assisteva un amico della persona offesa, che cercava di allontanare invano i rapinatori.
Per il solo fatto di aver preso le difese del giovane nigeriano, la sera stessa altri soggetti, appartenenti allo stesso gruppo criminale, si introducevano nell’abitazione del testimone e dopo averlo brutalmente colpito alla testa con una bottiglia di vetro, procurandogli delle lesioni lacero contuse, lo minacciavano di morte con un coltello, intimandogli nel contempo di non denunciare alla Polizia l’accaduto.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, venivano tradotti presso le più vicine case circondariali a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria.