Rinunciare completamente agli emolumenti, per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria, e contestualmente creare un fondo sociale di beneficenza in cui far convergere questa somma da destinare, poi, a tutte le famiglie e i cittadini in difficoltà.
È quanto proposto, oggi pomeriggio, nel corso della seduta del Consiglio comunale di Avezzano, dal consigliere di opposizione, eletto in quota Lega, Tiziano Genovesi, che ha voluto riportare all’attenzione dell’assise civica la necessità di un sostegno al reddito straordinario per chi, in questo momento di estrema crisi – accentuata sicuramente dalla pandemia -, sta vivendo un forte disagio.
Genovesi – prendendo la parola per la dichiarazione di voto sul punto tre all’ordine del giorno – ha chiesto ai colleghi consiglieri, agli assessori, allo stesso sindaco, Giovanni Di Pangrazio, e ai componenti dello staff politico di rinunciare agli emolumenti.
Al terzo punto c’era “l’approvazione dell’atto di programmazione territoriale dell’ecad n.3 Avezzano a valere sulla qsfp19 per l’attuazione del piano regionale per il contrasto alla povertà 2018/2020 – annualità 2019″.
La proposta di Genovesi, da quanto appreso, è stata respinta e rimandata al mittente dal primo cittadino e da Ignazio Iucci (Avezzano al centro), che non si sono detti favorevoli, cassando l’idea.
La “bocciatura”, che ha creato imbarazzo all’interno dei gruppi consiliari di Di Pangrazio – stando a quanto emerso durante la discussione – nasce dal fatto che secondo la maggioranza non sarebbe questo il modo di fare beneficenza, perché “chi vuole farla, la fa come preferisce”.
Una decisione destinata a far discutere.
Così come il “no” da parte della maggioranza a due importanti mozioni (ai sensi dell’articolo 77 del “Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale e delle sue articolazioni”) presentate dal consigliere comunale del Pd Lorenza Panei, sulla riduzione della Tari per le attività penalizzate dall’emergenza e una variazione di bilancio per un fondo di 100 mila euro per il sostegno economico alle famiglie di alunni e studenti.
Sulla prima la maggioranza ha sottolineato che ad oggi non ci sarebbero i presupposti, mentre per la seconda ha sottolineato che esiste già il fondo statale.