“Mettiamo a disposizione l’esperienza aquilana, maturata in lunghi anni, attraverso la messa a punto dei modelli parametrici, sistemi collaudati di gestione trasparente delle risorse. Certo è che, come correttamente auspicato dal governo, occorre un Codice unico della ricostruzione, mentre ritengo che L’Aquila, dove sta sorgendo anche la Scuola Nazionale per la Pubblica Amministrazione per tecnici, possa rappresentare la sede ideale per l’istituzione di una struttura che si occupi permanentemente di emergenza e ricostruzioni ben oltre il numero ingente di agenzie europee sorte sui più svariati argomenti meno che su questo”.
Così il responsabile del Coordinamento nazionale delle Autonomie locali di Fratelli d’Italia, Pierluigi Biondi, dal 2017 sindaco dell’Aquila, colpita dal tragico terremoto del 2009 che ha causato 309 morti, oltre 1500 feriti e circa 100 sfollati, sul trasferimento del ‘modello L’Aquila‘ nel contrasto dell’alluvione che ha messo in ginocchio in particolare l’Emilia Romagna.
“Il ‘modello L’Aquila’ funziona – prosegue -. E funzionerà nei territori colpiti dalla alluvione – spiega ancora il sindaco -, perché allo stato attuale si verificano determinate condizioni. Innanzitutto il governo è forte, autorevole e legittimato dal consenso popolare per cui le decisioni sono rapide ed energiche”.
“In seconda battuta, il governo riesce subito a disegnare una prospettiva per le popolazioni colpite: l’individuazione in pochi giorni di risorse per due miliardi di euro è un risultato più che incoraggiante. In ultimo, non si sono create conflittualità politiche di natura pregiudiziale come invece accadde all’Aquila dopo il 2009, allorquando, proprio a causa dell’inasprimento dei rapporti, dovemmo rinunciare alle norme speditive previste nello stato di emergenza cessato in maniera inaudita nel 2012, con una situazione di piena crisi non compresa da chi all’epoca amministrava la città che chiese, ottenendolo, il ritorno a procedure ordinarie”, conclude Biondi.