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Masci a Lamorgese: “intervento concreto”

Masci scrive al ministro: "Ora rapida reazione istituzioni"

“Il gravissimo fatto di sangue che si è verificato a Pescara, con un’efferata sparatoria in un bar in una delle più tranquille zone della città con un morto e un ferito grave, impone una ponderata riflessione e una rapida reazione delle istituzioni che deve andare ben oltre la condanna, lo sconcerto e il dolore”.

Così il sindaco di Pescara Carlo Masci in una lettera al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in cui chiede “un’attenzione particolare” e sollecita “un intervento in tempi brevi per recepire le pressanti sollecitazioni che arrivano dal territorio, nella certezza che Lei vorrà a sua volta dimostrare la presenza e l’autorità dello Stato lì dove i suoi cardini giuridici ed etici vengono messi in forse”.

  “Quanto accaduto – sottolinea Masci – non appartiene, per vissuto e consolidata tradizione, alla storia cittadina né alla sua comunità generalmente e diffusamente laboriosa, onesta, alacre e solidale. L’Amministrazione comunale è impegnata sul versante della sicurezza, reale e percepita, ma non possiede né le competenze specifiche per materia né la titolarità che fa capo al Suo ministero per una più diffusa capillarità applicativa dei concetti di safety e di security”.
    “Come sindaco – aggiunge – ho più volte sollecitato l’attenzione degli organismi competenti a tenere alta la soglia dell’attenzione per impedire infiltrazioni della criminalità organizzata e tracimazioni di quella comune. Mi sono sempre sentito opporre le carenze di personale e risorse. Attorno agli elementi delle competenze, delle responsabilità e della prevenzione ruotano il presente e il futuro di Pescara”.
    “Il Sindaco, nonostante sia sempre e comunque il terminale delle istanze dei cittadini, non possiede il potere e le facoltà di una supervisione totale e impermeabile in materia di sicurezza, per quanto in capo a esso sussista il dovere morale di fornire risposte attraverso i canali istituzionali, per ricondurre persino l’emotività entro criteri oggettivi che fanno parte del bagaglio irrinunciabile della buona amministrazione e dei buoni amministratori”, conclude. 

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