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Metanodotto Snam, Paganica dice no

"Inutile devastazione da 2,5 miliardi, pagata da noi in bolletta. Non svendiamo la nostra terra"

No ad un metanodotto, quello della Snam, dal costo di 2,5 miliardi di euro, con un tracciato che attraversa territori altamente sismici degli Appennini, senza garanzie di sicurezza, da Sulmona a Foligno, lungo 17 comuni per 106 chilometri della provincia dell’Aquila, creando un impatto fortissimo sull’ambiente e sulle attività economiche montane, il paesaggio, con oltre 2 milioni di alberi da abbattere, con un bilancio costi-benefici fortemente negativo. Quando si poteva passare in mare Adriatico a costi inferiori”.

Questo il messaggio forte e chiaro arrivato nell’assemblea pubblica che si è tenuta a Paganica, frazione dell’Aquila, organizzata dall’Amministrazione separata dei beni di uso civico di Paganica e San Gregorio, a cui hanno preso parte, sotto la tensostruttura della villa comunale, oltre al presidente Nando Galletti, Mario Pizzola, portavoce del comitato Non Snam di Sulmona, dove è in costruzione la centrale di spinta di Casa Pente, Manuele Amadio del No Snam L’Aquila, Renato Di Nicola, del coordinamento nazionale per il clima fuori dal fossile.
Presenti anche il consigliere regionale del Partito Democratico, Pierpaolo Pietrucci, firmatario di un risoluzione in Consiglio regionale, e per il Consiglio comunale dell’Aquila, per il Partito democratico, il capogruppo e segretario provinciale Stefano Albano la ex parlamentare Stefania Pezzopane, Stefano Palumbo, e di L’Aquila coraggiosa, Simona Giannangeli, Mattia Lolli di Legambiente nazionale, Renato Di Nicola, del coordinamento Per il clima, fuori dal fossile.

L’invito era stato rivolto a tutti gli assessori e consiglieri regionali e comunali dell’Aquila.

Ha esordito Pizzola, in prima linea anche contro la centrale di spinta in fase di realizzazione a Sulmona: “la Snam per noi è un alieno, non ha nulla a che fare con questo territorio, e riteniamo l’opera illegale. L’articolo uno della Costituzione dice che la sovranità appartiene al Popolo, e il popolo abruzzese, attraverso i suoi rappresentanti, si era espresso con sette delibere di giunta che davano parere contrario, negando cioè l’intesa con lo Stato alla realizzazione dell’opera. Lo stesso è accaduto in Umbria, quindi la Snam va avanti nonostante il no di due Regioni. Il governo ha autorizzato lo stesso l’opera, eppure si poteva trovare un tracciato alternativo, rispetto a questo che sventra le montagne, con il passaggio in mare, del resto l’infrastruttura si chiama Linea adriatica, Snam ha però detto che ci sono criticità su quell’ipotesi, ma senza mai spiegare quali. Che strano poi, per eolico e solare a decidere sono le Regioni, per il gas decide lo Stato e basta. Siamo pronti alla disobbedienza civile e pacifica, nella consapevolezza che siamo dalla parte della ragione”.

Galletti ha ancora una volta ricordato che l’opera attraverserà anche 36 ettari di territorio di uso civico a ridosso di Paganica, distruggendo cave di tartufo con danni milionari, sorgenti, boschi vetusti, e passando a poche decine di metri dal celebre santuario della Madonna d’Appari; e anche in prossimità dei centri abitati.

“Ancora una volta siamo qui a discutere di questo attraversamento sul nostro territorio – ha incalzato il presidente Asbuc -, uno dei pochi rimasti ad opporsi, per i danni enormi che comporterà. Non ci dobbiamo rassegnare ai 0,60 centesimi al metro quadro offerti ai proprietari dei terreni dalla Snam per gli espropri, non dobbiamo accontentarci delle briciole, la dignità non ha un prezzo, la sicurezza dei cittadini non è in vendita. L’economia secolare degli usi civici, dei beni collettivi sarà devastata e noi dell’Asbuc abbiamo reintegrato tutti i terreni di uso civico, estromettendo gli abusivi e non daremo mai l’assenso al passaggio del metanodotto. Noi non ci fidiamo delle rassicurazioni sulla sicurezza di questa infrastruttura in caso di forte terremoto”.

Amadio ha ricordato che “anche il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, di Fdi, come pure l’assessore comunale all’Ambiente, Fabrizio Taranta, della Lega, avevano preso posizione contro quest’opera, promettendo azioni conseguenti, di chiedere una revisione del tracciato.Poi invece si sono adeguati al volere del governo di Giorgia Meloni, ed entrambi sono spariti dal radar, silenzio assoluto, e lo stesso dicasi di tanti sindaci del centrodestra lungo il tracciato, compreso quello di Navelli, Paolo Federico. Una totale sottomissione alla volontà del governo a loro ‘amico’, insomma, a discapito del territorio e dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Ed è una menzogna quella sui tanti posti di lavoro che la realizzazione di questa infrastruttura potrà creare, la Snam porterà le sue maestranze”.

Il consigliere regionale Pietrucci ha dunque illustrato la risoluzione, già depositata, a sua firma che chiede al presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi, di “sostenere in tutte le sedi istituzionali la posizione di assoluta contrarietà della Regione Abruzzo al progetto Linea Adriatica”, chiedendo al governo, di “approvare una normativa che assegni alle Regioni il compito di individuare le aree idonee relative alle infrastrutture metanifere, escludendo in via prioritaria i territori ad alto rischio sismico ed idrogeologico”, di rivedere altresì le distanze di sicurezza, “poiché le norme attuali non garantiscono l’incolumità dei cittadini e la sicurezza dei beni”, e di sottoporre “il progetto Linea Adriatica ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, essendo irragionevole considerare ‘eterna’ la Via del 2011”.

“Spendere 2,5 miliardi di euro per un’opera inutile, quale è la Linea Adriatica Snam, è un crimine economico il cui costo sarà pagato dai cittadini attraverso un immotivato aumento della bolletta energetica – ha detto dunque Pietrucci -. Tale somma potrebbe essere, invece, utilmente impiegata per incentivare lo sviluppo delle fonti energetiche pulite e rinnovabili, per le comunità energetiche e per mettere in sicurezza il territorio. E’ arrivato anche il momento di partire con una raccolta firme e una petizione-. La risoluzione in ogni caso servirà a stanare chi dirà no, perché finalmente dovrà metterci la faccia. Del resto c’è purtroppo parte della classe politica già allineata agli interessi della Snam. Dimenticando che la Regione Abruzzo ha espresso ripetutamente la propria contrarietà al progetto Linea Adriatica attraverso 11 risoluzioni approvate, con voto unanime, dal Consiglio Regionale e 7 delibere di Giunta Regionale con cui è stata negata l’intesa con lo Stato per la realizzazione dell’opera”.

Simona Giannangeli ha annunciato che sarà presentato anche in Consiglio comunale dell’Aquila un ordine del giorno contro la realizzazione dell’opera e ha sottolineato che “il centrodestra da una parte approva il Decreto Sicurezza, una misura fortemente repressiva, dall’altra parte mette in pericolo i cittadini dando l’assenso a questa devastante infrastruttura”.

Mattia Lolli ha sottolineato che “questa opera, diceva la Snam, dovrà portare il gas alle famiglie, gas estratto da paesi democratici e politicamente stabili come Azerbaigian, Egitto Libia e Israele. In un momento in cui però il consumo di gas cala inesorabilmente, con l’incremento dell’energia prodotta da fotovoltaico ed eolico. Non a caso dunque la Snam ha cambiato narrazione, e ora dice che questo tubo servirà un giorno per trasportare l’idrogeno liquefatto. Ma servirebbe tutt’altra infrastruttura. La verità è che questo investimento un privato assennato non lo farebbe mai. Lo fa la Snam con i soldi pubblici e a pagarlo in ultima istanza saremo noi cittadini con l’aggravio in bolletta. Eppure tutta questa montagna di soldi potrebbe essere spesa meglio, per le rinnovabili, che sono sostenibili da tutti i punti di vista e che hanno un enorme impatto dal punto di vista dell’occupazione”.

Il cittadino Claudio Ciccozzi, ha evidenziato che “sul tratto da San Gregorio a Paganica del metanodotto verranno compromesse numerose strade vicinali, sui terreni fertili, e sull’attività di tanti agricoltori, i disagi saranno enormi, in fase di cantiere e anche dopo, ed è grave che la Snam non si degni di venire qui a spiegare nel dettaglio l’impatto dell’opera, cosa comporterà in concreto. C’è una grave mancanza di comunicazione e trasparenza e molti cittadini non si mobilitano, perché non hanno le informazioni su cosa significa davvero il passaggio di questa infrastruttura”.

Comunicato stampa

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