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Ministero dell’Ambiente duro richiamo a Regione

L'intervento dei massimi livelli ministeriali vuole tutelare le biodiversità dei nostri parchi, dopo alcune segnalazioni

Il Ministero dell’Ambiente ha inviato un duro richiamo alla Regione Abruzzo e ai parchi sulla tutela della biodiversità, in particolare in merito alla Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.), la procedura obbligatoria per stabilire l’impatto su specie come Orso bruno, Aquila reale, e habitat di piani e progetti che si intendono realizzare nei siti protetti a livello comunitario della Rete Natura2000 (ZSC – Zone Speciali di Conservazione e ZPS – Zone di Protezione Speciali).

Per l’Abruzzo è una questione estremamente rilevante visto che oltre il 30% della superficie regionale fa parte della rete e quindi centinaia di progetti e iniziative vanno sottoposti alla procedura valutativa preventiva.

L’intervento dei massimi livelli ministeriali prende spunto da una dettagliata segnalazione della Stazione Ornitologica Abruzzese che aveva sollevato casi riguardanti addirittura le quattro principali aree protette abruzzesi: per il Parco d’Abruzzo il raduno di fuoristrada di Villalago svolto a poche decine di metri dal sito Natura2000 gestito dall’area protetta; per il Parco del Sirente i lavori per lo stadio dello sci da fondo ai Piani di Pezza e alcuni interventi del genio civile sul fiume Aterno; per il Parco della Maiella la questione del campeggio di Pacentro; infine, per il Parco del Gran Sasso, la procedura per il raduno di Campo Imperatore.

In diversi casi, come a Villalago e Pacentro, la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale è stata completamente elusa; in altri, come ai Piani di Pezza e a Campo Imperatore, non è stata espletata l’obbligatoria fase di trasparenza imposta dalle norme per raccogliere le osservazioni del pubblico della durata di 30 giorni; infine, in altri casi la documentazione è talmente carente da non citare neanche le specie presenti nel sito interessato dai progetti.

Dopo una disamina delle normative comunitarie, nazionali e regionali, il Direttore generale del Ministero Montanaro intanto ha chiesto risposte nel merito sui singoli casi “ai fini di scongiurare un aggravamento dell’EU Pilot 6730/14/ENVI con possibile avvio di una procedura di infrazione”, ma ha anche indicato alla regione Abruzzo di “dare completa attuazione all’art. 1 della L.r. 7/2020 con il completo previsto trasferimento delle competenze sulla VIncA alla struttura regionale dedicata.” sottraendo così la materia ai comuni a cui la Regione per oltre un decennio ha incredibilmente subdelegato la procedura nonostante i comuni siano palesemente sguarniti di adeguate strutture tecniche con conoscenze su specie e habitat.

Il Direttore ministeriale ha richiamato anche i parchi “richiedendo di garantire, nelle procedure di rilascio delle autorizzazioni e/o nulla osta ai sensi della Legge 394/91, in qualità di soggetti gestori dei siti Natura 2000, anche la verifica sul rispetto di quanto previsto in materia di Valutazione di Incidenza, nonché l’attuazione di quanto stabilito dall’art. 5, comma 7, del DPR 357/97 e s.m.i..”

La nota ministeriale si chiude chiedendo di dare risposte concrete sui singoli casi “entro il giorno 6 settembre p.v., in considerazione della possibile necessità di dover notiziare la Commissione europea su quanto segnalato in considerazione degli esiti emersi nella Riunione Pacchetto Ambientale dell’14 luglio u.s. e dell’impegno assunto dallo Stato italiano nel riscontro da fornire ai Servizi della Commissione entro il 15 settembre 2023″.

Dichiara Augusto De Sanctis, consigliere della SOA: “In realtà sono solo gli ultimi casi di una lunga serie di vicende portate all’attenzione del Ministero negli ultimi mesi. La situazione è assai delicata perché la Commissione Europea dal 2014 sull’argomento ha aperto una procedura Pilot che rischia di portare l’Italia in procedura d’Infrazione per il mancato rispetto della direttiva “Habitat” del 1992. La Valutazione di Incidenza non è un fastidioso orpello ma una procedura fondamentale per evitare ulteriori impatti negativi su specie già rare e minacciate come orso bruno, aquila reale, lanario, vipera dell’orsini, coturnice e habitat in crisi. Come era stato ampiamente previsto ed evidenziato per tempo dalla SOA, aver delegato ai comuni le procedure si è rivelata una vera e propria follia, visto che questi enti, spesso di piccolissime dimensioni, non hanno certo figure tecniche adeguate per attuare tutte le incombenze connesse a questa procedura, dalle pubblicazioni all’esame della documentazione tecnica che dovrebbe essere fatta da figure estremamente specializzate quali ornitologi, erpetologi, mammologi, entomologi e botanici. Certo a nostro avviso è molto grave che anche gli enti parco, diretta emanazione del Ministero, non stiano contribuendo alla concreta attuazione delle norme comunitarie poste a tutela della biodiversità “.

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