L’Italia alza il livello di attenzione sulla malattia ancora sconosciuta che ha portato a oltre 70 decessi in Congo.
Con una lettera inviata dal ministero della Salute, che ANSA ha potuto visionare, si chiede alle Usmaf, gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero della Salute, “di fare attenzione su tutti i punti di ingresso, in particolare modo per i voli diretti provenienti dal paese”. Le autorita’ locali in stretta collaborazione con quelle internazionali “stano lavorando per verificare la situazione e fornire una risposta rapida ed efficace a questo nuovo focolaio epidemico che sta colpendo il paese, già recentemente colpito dall’epidemia di mpox”.
“Non siamo ancora in una situazione di allarme, che si avrebbe in caso di presenza di un elemento diagnostico nuovo. Se fosse chiaro che l’intera popolazione è suscettibile e fosse conosciuta la modalità di trasmissione (ad esempio per via aerea), allora ciò costituirebbe un allarme. Ma al momento si tratta di una situazione circoscritta in una zona ristretta, sicuramente molto grave per l’area interessata. La letalità appare molto alta, circa un terzo sulle oltre 370 persone colpite. Ricorda quanto si osserva per la febbre emorragica, ma i sintomi sono molto diversi”.
Così Giovanni Rezza, professore di igiene e sanità pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, già dirigente di ricerca dell’Iss, rispetto alla misteriosa malattia che ha causato oltre 140 vittime in poco più di un mese nel sud-ovest della Repubblica Democratica del Cingo (RdC). I casi sono stati segnalati nella regione di Panzi, a circa 700 km a sud-est della capitale Kinshasa. La maggior parte delle persone decedute ha un’età compresa tra i 15 e i 18 anni, e i sintomi includono febbre, mal di testa, raffreddore e tosse, difficoltà respiratorie e anemia.