“Comprendiamo che la Mo.Te. si sia accanita con il Comune di Montorio perché il bancomat è chiuso.
Comprendiamo che la Mo.Te. abbia oltre 5 milioni di euro di buco nei suoi bilanci e non sappia come sopravvivere senza i continui foraggiamenti da parte del Comune di Montorio.
Comprendiamo che sia in difficoltà nel giustificare l’utilizzo di fondi europei e regionali, che avrebbe dovuto impiegare per realizzare nuovi impianti, mentre sono serviti per coprire la spesa corrente.
Comprendiamo che la Mo.Te. si stia indebitando anche per coprire le spese correnti: lo sappiamo perché non è stata neppure in grado di pagare al Comune di Montorio un dipendente in prestito.
Comprendiamo che la Mo.Te. fino a poche settimane fa non aveva versato neppure il TFR individuale ai propri dipendenti.
Comprendiamo che utilizzi i suoi sponsor politici abituati all’idea che Montorio sia un bancomat.
Comprendiamo che le possibilità di sopravvivenza della Mo.Te. siano pari a zero e che stia cercando di accreditarsi in tutti i modi con Te.Am. auspicando che vada in porto la fusione.
Comprendiamo, in buona sostanza, che la Mo.Te. le stia provando tutte, anche sparando boutade che hanno dell’incredibile.
Comprendiamo che debba lanciare messaggi rincuoranti a banche e fornitori che la inseguono.
Ma siamo seri”. È il commento del sindaco di Montorio al Vomano, Fabio Altitonante, sull’atto di citazione arrivato dalla Mo.Te. con cui la società chiede l’accertamento della illegittimità della risoluzione e un mega-risarcimento di circa 1,2 milioni di euro.
“Gli avvocati ci dicono che questo atto si configuri come una lite temeraria, ossia un’azione legale intrapresa con malafede o colpa grave, con la consapevolezza di avere torto o con intenti dilatori.
La risoluzione delle convenzioni è avvenuta, infatti, in modo consensuale. Tant’è che abbiamo il verbale dell’accordo firmato lo scorso 3 novembre dall’Amministratore Unico della società e la ratifica da parte dell’Assemblea societaria del 17 novembre, in cui l’Amministratore ha comunicato ai soci del verbale conciliativo firmato con il Comune”, precisa il sindaco.
“L’unica questione su cui possiamo ancora discutere riguarda debiti e crediti: la Mo.Te. sostiene di vantare circa 400 mila euro di crediti – o meglio, è quanto apprendiamo dai consiglieri di opposizione Guizzetti e Magno che sono informati anche su decreti ingiuntivi al momento non arrivati al Comune –, a noi invece risultano circa 300 mila euro da incassare dalla Mo.Te. in favore del Comune.
Questa richiesta certifica che la Mo.Te. sia un carrozzone politico, perché altrimenti, se volesse impugnare realmente la revoca dei servizi affidati contestualmente alla Te.Am., dovrebbe impugnare l’ordinanza sindacale di dicembre scorso.
Ogni altro atto, difatti, non ha alcuna valenza: è solo politica.
Evidenziamo, infine, che il Comune di Montorio ha liquidato solo nel 2023 più di 1 milione di euro alla Mo.Te., con fatture rendicontate. Fatture non rendicontate, o addirittura prive di affidamento, il Comune di oggi non le liquida, perché non siamo più un bancomat”. Conclude Altitonante.
Comunicato stampa