“Un altro infortunio mortale sul lavoro. Un’altra tragedia in fabbrica. Un’altra vita spezzata. Lavorare in sicurezza non solo è possibile ma è una via che ognuno dovrebbe considerare come non solo obbligata, ma l’unica. La cultura della sicurezza passa per la rigorosa applicazione delle norme, per efficaci e costanti controlli e per un nuovo modo di produrre che metta al centro la persona”.
Così Rita Innocenzi, candidata indipendente del Pd al collegio uninominale della Camera L’Aquila-Teramo per la coalizione “Italia Democratica e Progressista” alle elezioni politiche del 25 settembre, a seguito della morte dell’operaio 49enne di San Benedetto del Tronto, avvenuta ieri nella sede della Metallurgica Abruzzese a Marina di Mosciano Sant’Angelo, ucciso da un macchinario che si sarebbe rimesso in movimento nella fase di manutenzione.
“Di lavoro si deve vivere, non morire – incalza Innocenzi – non basta declamare astrattamente che occorre aumentare l’occupazione, con ricette economiche spesso fallimentari e che vanno nella direzione dell’ulteriore dequalificazione e precarizzazione. Serve invece un lavoro di qualità, tutelato da regole e diritti, un lavoro sicuro e dove le persone percepiscano dal datore, dal contesto, dalle Istituzioni, che quel lavoro non è una regalia o un lusso, ma un diritto sacrosanto. E serve fare in modo che le misure presenti nelle carte e nei macchinari vengano rispettate nella realtà, serve essere vigili e non voltarsi altrove quando quella misura sistematicamente viene elusa, occorre una cultura della coerenza tra il dire e il fare. Esattamente, quindi, un mondo diverso rispetto a quello dove si è costretti a ritmi massacranti, in nome della massimizzazione del profitto, e magari con orari oltre il consentito. Solo nei primi sei mesi dell’anno, in Abruzzo, gli infortuni sul lavoro sono aumentati del 66%, rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato peggiore di quello del resto d’Italia, dove la crescita è stata del 48%. Eppure tutto questo può essere evitato, non è una fatalità: lo dimostrano i ferrei protocolli di sicurezza nei cantieri edili della ricostruzione post-terremoto del 2009, che ho contribuito a rendere realtà, in collaborazione con le imprese e associazioni di categoria, nel mio ruolo di sindacalista della Fillea. Misure che hanno invertito la tendenza negli infortuni, risultato che non era affatto scontato”.
“Centrale nella proposta politica di cui mi faccio portatrice, è anche la lotta contro il lavoro nero e grigio, l’introduzione del salario minimo, la garanzia dei diritti essenziali da riconoscere a chiunque presti una attività a prescindere dalla tipologia di contratto, di settore o di dimensione di impresa. In primis diritto alla salute e alla sicurezza nel proprio luogo di lavoro, qualunque esso sia e ovunque si trovi”, conclude Innocenzi.