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Nas, 118 violazioni nelle palestre d’Italia: segnalazioni anche in Abruzzo

Nelle province dell’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, sono state ispezionate 47 strutture, tra palestre e centri sportivi. In alcune attività, mancava anche il defibrillatore. In una palestra abruzzese, venivano venduti integratori alimentari, vitamine e bevande, in assenza della prevista autorizzazione.

I militari dei 12 NAS dell’Italia centrale – nel corso di un servizio coordinato disposto nella seconda metà di settembre dal Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma – hanno effettuato mirati controlli presso centri e associazioni sportive, palestre, piscine e ambulatori.

Il fine è stato quello di garantire il rispetto della normativa vigente in merito al rilascio di certificati medici per lo svolgimento di attività sportiva.

Nel corso delle numerose ispezioni, è stato verificato il possesso e la regolarità dei certificati di idoneità degli iscritti e frequentatori degli impianti sportivi. Le ispezioni hanno interessato complessivamente 413 centri sportivi in tutta Italia, accertando violazioni presso 118 di essi, 7 dei quali sono risultati oggetto di provvedimento di immediata sospensione delle attività, emessi dalle competenti Autorità Sanitarie e Amministrative a causa delle gravi irregolarità riscontrate, quali l’assenza del defibrillatore salvavita obbligatorio nello svolgimento di attività sportiva, l’aver attivato all’interno di palestre ambulatori in assenza delle previste autorizzazioni e il rilascio di certificazione medica per l’idoneità all’attività sportiva non agonistica, da parte di medici prescrittori non autorizzati.

In Abruzzo, nelle province dell’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, sono stati ispezionati 47 obiettivi tra palestre e centri sportivi e segnalati alle competenti Autorità Amministrative e Sanitarie (rispettivi Comuni e ASL) i responsabili legali di 21 impianti per aver tesserato persone sprovviste di certificazione sanitaria attestante l’idoneità allo svolgimento dell’attività sportiva, 3 palestre, per aver custodito certificati medici sportivi di alcuni iscritti, risultati decorsi di validità e, in altri casi, rilasciati da medici prescrittori non autorizzati, una palestra per aver attivato all’interno della struttura uno studio medico ove venivano erogate prestazioni sanitarie da parte di specialisti in assenza delle previste comunicazioni alle Autorità Sanitarie e Amministrative, 3 palestre per aver in dotazione defibrillatori non funzionanti e altre 2 per l’omessa dotazione dei dispositivi salvavita.

Infine, in altri 6 casi venivano riscontrate diffuse carenze igienico sanitarie e strutturali, rilevando anche la detenzione ed esposizione per la vendita di alimenti confezionati, tra cui integratori alimentari, vitamine e bevande, in assenza della prevista autorizzazione.

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