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Natale 2023, cucina italiana sulla strada per l’Unesco

Le parole del presidente di Coldiretti: "La firma del decreto interministeriale sull’etichettatura di origine rappresenta un passo determinante per impedire che vengano spacciati per Made in Italy prodotti ingredienti di bassa qualità provenienti dall’estero".

“L’obbligo di etichettatura di origine sugli alimenti Made in Italy spinge la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco e risponde alla richiesta di trasparenza dell’86% degli italiani che reputa importante conoscere la provenienza dei prodotti alimentari che porta in tavola a partire da quelle di Natale”.

E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini su dati Censis nell’esprimere soddisfazione per la firma dei decreti nazionali sull’indicazione della provenienza in etichetta da parte del ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, insieme ai ministri delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, con la proroga fino al 31 dicembre 2024 per il regime sperimentale italiano sull’indicazione in etichetta della provenienza della materia prima per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari, come fortemente richiesto dalla Coldiretti.

“Un provvedimento importante per salvare la spesa Made in Italy e dare trasparenza ai consumatori e alle imprese” afferma il presidente Prandini nel sottolineare che “come sui cibi artificiali, l’Italia conferma il suo ruolo di apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini, poiché siamo stati il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando tutta l’Unione Europa con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato”

“Basti pensare – continua Prandini – al recente via libera del Parlamento Europeo riunito in plenaria all’obbligo di indicare la provenienza della frutta utilizzata in succhi e marmellate, oltre che per il miele per il quale vengono rese ancora più trasparenti le etichette con l’indicazione delle percentuali dei mieli provenienti dai diversi Paesi nelle miscele”. Ma ci sono anche la frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli ed altri frutti sgusciati, agrumi secchi, mele secche, pere secche prugne secche, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati compresi di tartufi e zafferano per i quali l’obbligo dell’etichetta d’origine scatterà dal 1° gennaio 2025.

La firma del decreto interministeriale sull’etichettatura di origine rappresenta un passo determinante – evidenzia Coldiretti – per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti ingredienti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali. L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002. In questo modo – conclude Coldiretti – si garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa 4/5 della spesa, ma resta ancora anonima la provenienza del grano impiegato nel pane, nella farina, nei dolci, nella pizza e nei biscotti e degli ingredienti utilizzati nei gelati e nei surgelati.

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