Gli italiani non rinunciano a festeggiare il Natale a tavola. E dopo un autunno difficile per i consumi alimentari, tornano a spendere per la cena della vigilia ed il pranzo del 25 dicembre, con un budget medio di 85 euro a persona.
È quanto emerge dal sondaggio di Natale Confesercenti-IPSOS.
L’80% dei nostri concittadini terrà fede al classico ‘Natale con i tuoi’ e passerà sia la sera della Vigilia sia il Pranzo di Natale a casa propria o di parenti. Gli amici, invece, sono più gettonati il 24 sera: il 12% passerà la Vigilia a casa di amici, contro il 7% che lo farà il 25 a pranzo. Il giorno di Natale è più gettonato, invece, per un pranzo fuori: il 9% sceglierà di trascorrerlo in un ristorante o altro pubblico esercizio, mentre la sera della Vigilia saranno il 5%. Complessivamente, ceneranno o pranzeranno in un ristorante nei due giorni di festa oltre 5,1 milioni di italiani.
Si spenderà soprattutto per la cena della Vigilia, con un investimento di 45 euro a persona contro i 40 del Pranzo di Natale, scegliendo menu di pesce; si punta però sui pesci di allevamento e sulle qualità meno pregiate, con un abbassamento dello scontrino medio. Meglio vanno i prodotti artigianali – in particolare i panettoni – e le specialità della tradizione enogastronomica di Natale delle cucine locali.
“Quest’anno la spesa si è schiacciata nei giorni immediatamente precedenti le feste, con un ingorgo di acquisti e prenotazioni ‘all’ultimo minuto’ che ha creato qualche problema ai negozi di vicinato e alla piccola e media distribuzione alimentare, soprattutto sul fresco di qualità”, spiega Daniele Erasmi, Presidente di Fiesa, l’associazione delle imprese di vicinato e della piccola e media distribuzione alimentare Confesercenti. “Un effetto del modello on-line del tutto e subito, ma anche l’attesa delle tredicesime: le ultime sono arrivate venerdì. Se è vero che dopo un autunno difficile per le vendite alimentari, con le feste è tornata voglia ad acquistare, è vero anche che l’inflazione purtroppo condiziona ancora le scelte delle famiglie e i margini delle imprese, sempre più ristretti”.