Il Cts ritiene che le attività delle sale da ballo possano essere consentite in zona bianca garantendo una presenza, compreso il personale dipendente, pari al 35% della capienza massima al chiuso e al 50% all’aperto, oltre all’utilizzo del Green pass e l’utilizzo della mascherina chirurgica nei vari momenti ad eccezione del ballo, paragonabile alle attività fisiche al chiuso.
E’ quanto fa sapere in sintesi il Comitato tecnico scientifico – anticipazioni riportate anche su Ansa.it – al termine della seduta di ieri che ha analizzato la richiesta di parere sulle attività che hanno luogo in sale da ballo, discoteche e locali similari.
MA QUANDO CI SARA’ LO START EFFETTIVO? – La data della ripartenza sarà decisa dal Governo e gli esperti ritengono che “se ne possa considerare l’apertura con una progressiva gradualità“. Sicuramente, restano obbligatorio nelle discoteche l’uso obbligatorio dei bicchieri monouso, la possibilità di frequente igienizzazione delle mani e la pulizia e la sanificazione dei locali. Evergreen l’utilizzo della mascherina chirurgica nei vari momenti ad eccezione del ballo, paragonabile alle attività fisiche al chiuso.
Già lo scorso giugno il Comitato tecnico scientifico si era pronunciato favorevolmente alla riapertura delle sale da ballo (in quel caso solo all’aperto), rinviando alla politica però la scelta della data. Ma il provvedimento in questi mesi non è mai arrivato, scatenando l’ira dei gestori delle discoteche.
Gli stessi gestori, però, restano delusi dai tanti vincoli già apparsi all’orizzonte: “L’importante è riaprire ma così le condizioni non sono favorevoli – sostiene Maurizio Pasca, presidente del Silb, il sindacato dei gestori delle sale da ballo – perché incideranno sui costi. Mi auguro che in sede di Cdm si possano rivedere le percentuali sulla capienza nei prossimi giorni. Altrimenti in queste condizioni per molti sarà difficile riaprire”.