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Nonno ucciso dal nipote: Gip dispone custodia in carcere

Il 15enne è accusato di omicidio volontario aggravato

Al termine dell’udienza di convalida, il Gip del Tribunale dei Minorenni dell’Aquila ha disposto la custodia in carcere nei confronti del 15enne con problemi psichiatrici che a Bucchianico (in provincia di Chieti), nel pomeriggio di venerdì scorso ha aggredito e ucciso il nonno di 78 anni.

Il giovane, accusato di omicidio volontario aggravato, è arrivato all’Aquila a metà mattinata a bordo di un’ambulanza della Croce Azzurra di Lanciano che lo ha prelevato dal policlinico di Chieti dove è ricoverato, piantonato dai Carabinieri.

Il ragazzo, nel corso di una lite con la nonna ha ripetutamente colpito l’anziano, intervenuto in difesa della moglie, con l’aspirapolvere e una sedia, quindi gli è saltato addosso filmando la scena con uno smartphone.

“Hanno applicato la misura carceraria – ha commentato il legale del ragazzo, Roberto Di Loreto, del foro di Chieti – ma più che altro per carenza sul territorio di comunità in grado di accogliere il minore nell’immediatezza. Questo anche per una garanzia nei confronti del minore e per ragioni di sicurezza e di incolumità”.

Il legale ha fatto presente al giudice l’esistenza di “un quadro clinico problematico che necessita inderogabilmente di un percorso di cure che vedremo come garantire nell’immediatezza attraverso l’ingresso in una comunità idonea”.

Il giovane ha scelto di non rispondere. “Il ragazzo – prosegue l’avvocato – è apparso in uno stato confusionale e non ha ritenuto di rispondere all’interrogatorio, ma probabilmente anche per una questione dovuta sia alla sua confusione, sia per il trattamento necessario ricevuto nella contingenza del caso da parte del servizio psichiatrico”.

Ora si pensa già ai prossimi passi. “Dovremo valutare molto bene gli incartamenti e i documenti di causa – ha sottolineato il legale – certo, si pone una seria riflessione su quello che è tutto il sistema di tutela e garanzia che viene applicato in questi casi, dal punto di vista sia di seguire il minore in una condizione appropriata, ma anche dai sistemi che devono garantire equità in queste specifiche situazioni. C’è una riflessione importante quando accadono queste tragedie”.

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