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Nuclei cura primaria all’Aquila, la battaglia continua

Si punta ad incontrare il Ministro alla Salute. I sindacati: "La nostra mobilitazione non può essere volgarmente definita di stampo elettorale, come la Asl ha tentato di fare in queste ore attraverso comunicati stampa".

Chiuso nel weekend il presidio nella sede della Direzione generale Asl all’Aquila, le forze sindacali scese in campo a difesa dei nuclei di cura primaria all’Aquila sono pronte a intervenire al Consiglio comunale aperto a palazzo Margherita riunito questo pomeriggio in seduta straordinaria sulla Sanità.

La notizia è stata riportata dall’Ansa Abruzzo.

La scelta di rinunciare all’occupazione simbolica della sede amministrativa dell’Asl 1 è arrivata anche in virtù della possibilità di incontrare il ministro della salute Orazio Schillaci nel corso della visita nel capoluogo.

“Un incontro – hanno scritto i sindacati Fimmg, Smi, Snami e Cgil in una nota congiunta – ottenuto grazie a una fruttuosa interlocuzione con il senatore Guido Liris”.

“Nei due appuntamenti – assicurano le forze sindacali – porteremo ancora una volta i temi che da almeno due anni sono alla base della mobilitazione e che non trovano orecchie attente e sensibili. Mobilitazione che non può essere volgarmente definita di stampo elettorale, come la Asl ha tentato di fare in queste ore attraverso comunicati stampa”.

Una spaccatura interna al sindacato della Federazione italiana dei medici di medicina generale è stata registrata nel weekend. “Siamo indignati – scrivono i giovani medici Fimmg della provincia dell’Aquila – dalle dichiarazioni della segreteria regionale relative al coinvolgimento dei sindacati dei lavoratori nella battaglia a difesa dei nuclei per le cure primarie”. Il segretario regionale Mauro Petrucci ha puntato il dito contro il segretario provinciale Vito Albano per dissentire dalla protesta.

“Pur condividendo l’opportunità di valutare le richieste in merito al reintegro dei medici pensionati con neo-convenzionati – ha scritto Petrucci – dissento dal metodo di protesta e dal coinvolgimento di altre sigle sindacali non rappresentative della medicina generale”. Di qui la replica dei giovani medici: “Ricordiamo che tali sindacati hanno il compito di tutelare i diritti dei dipendenti dei nuclei di cure primarie che rischiano il posto di lavoro. Mentre continuavamo a lavorare per i nostri pazienti abbiamo assistito ai regolari subentri nelle Asl abruzzesi: lo stallo persiste unicamente nel nostro territorio”.

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