“Stanno studiando un progetto di destrutturazione, vogliono affossare la Nuova Pescara. Il pdl firmato da Sospiri ed altri consiglieri persegue, da una parte, lo scopo di rinviare al 2027 l’istituzione di Nuova Pescara e, dall’altra, quello di predeterminare le condizioni perché un simile rinvio possa in futuro determinarne altri, fino a provocarne il definitivo fallimento”.
Lo afferma Carlo Costantini (Azione), promotore del referendum del 2014 sulla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, a proposito della proposta di legge presentata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, primo firmatario, e da altri consiglieri regionali.
Nel corso di una conferenza stampa, affiancato dal segretario provinciale di Azione, Stefano Torelli, Costantini parla di “un progetto di legge che non serve ai cittadini e alle imprese. Serve esclusivamente al ceto politico, per lasciare le cose invariate o, magari, nell’imminenza delle prossime elezioni comunali e regionali, per consumare qualche regolamento di conti interno ai partiti o alle coalizioni”.
Dalle risorse che andranno perse – i cinque milioni di euro messi a disposizione dopo l’emergenza Covid-19 e i dieci milioni all’anno assegnati dallo Stato, per un totale di 40 milioni di euro – alla creazione, con il pdl, di quello che viene definito “sportello unico per i rinvii” e fino ai “super-poteri” dei presidenti della Regione, Marco Marsilio, e del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, Costantini illustra punto per punto gli “aspetti poco chiari ed illogici che meritano di essere portati a conoscenza dei cittadini”.
C’è perfino il rischio che il nuovo comune “si chiami ‘Nessuno'”, perché “il rinvio operato dalla nuova legge sull’attuale rinvia a sua volta la scelta del nome allo statuto del nuovo Comune, che l’Assemblea Costitutiva non avrà avuto la possibilità di approvare”. Infine, se le attività previste dalla nuova legge “fossero condivise da due soli Comuni, il terzo Comune (quello inadempiente) sarà commissariato. Questo vuol dire che se Montesilvano e Spoltore dovessero accordarsi su tutto – conclude Costantini – Pescara dovrà totalmente adeguarsi alle loro decisioni, pena il suo commissariamento”.