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Nuovo Dpcm, allarme dei ristoratori

Consorzio Qualità Abruzzo: "Non possiamo restare in silenzio"

Riapertura bar e ristoranti: ecco il protocollo da seguire

Un ennesimo duro colpo alla ristorazione dal nuovo Dpcm, “rischiamo di perdere attività storiche, aziende, ristoranti stellati e piccole trattorie”: è l’allarme del Consorzio Qualità Abruzzo, oltre 70 associati tra ristoratori, pasticcieri e produttori nella regione attualmente rimasta unica in ‘zona rossa’. “Fino al 15 gennaio i ristoratori potranno restare aperti (fino alle 18 in zona gialla), ma solo per i concittadini, dato il divieto di uscire dal comune di residenza a Natale, Santo Stefano e Capodanno – ricorda il Consorzio – Nelle grandi città ciò potrebbe non rappresentare un problema, per i ristoranti dei piccoli centri è una beffa che non possiamo accettare”.

“Come Consorzio coeso e unito – dice il presidente di Qualità Abruzzo Sandro Ferretti – non possiamo più restare in silenzio. Senza il turismo, con il comparto enogastronomico fermo, stiamo colando a picco tutti. Rivolgeremo il nostro appello alla Regione Abruzzo e a Conte, chiederemo la revisione dei codici Ateco, non possiamo più non lavorare. Nel primo lockdown chi ha potuto ha anticipato la cassaintegrazione ai dipendenti, adesso non ce la facciamo più”. Un esempio: la provincia di Pescara ha 318mila abitanti, “Civitella Casanova ne conta 1702 – fa notare Marcello Spadone, patron del ristorante ‘La bandiera’ di Civitella Casanova – Perché chiudere nelle festività tutti, senza tener conto del numero degli abitanti? Un Dpcm per me scellerato e senza senso”.

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