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Ospedale covid. Pettinari: “Amianto nella struttura. Verì chiarisca”

La notizia viene riportata dal Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che chiede una dichiarazione da parte dell’Assessore sanità.

Il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari chiede un chiarimento da parte dell’Assessore alla sanità Nicoletta Verì riguardo la presenza di fibre di amianto nei pannelli esterni dell’Ospedale Covid di Pescara.

“La Asl di Pescara, attraverso una lettera protocollata, ha dichiarato che è stata riscontrata presenza di fibre di amianto nei pannelli esterni di tamponatura dell’Ospedale Covid presso la Palazzina ex IVAP. Un fatto di una gravità inaudita che potrebbe minacciare la salute sia dei pazienti, che già arrivano in struttura con gravi problemi di salute, che del personale. A questo punto, mi domando se l’Assessore alla Sanità della Lega Nicoletta Verì e i vertici dell’Azienda ospedaliera abbiano già fatto tutti gli interventi del caso per garantire la sicurezza agli utenti”. La notizia viene riportata dal Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che nel corso di una conferenza stampa, tenutasi questa mattina in Piazza Unione, all’esterno del palazzo della Regione a Pescara, rivela i dettagli di una scoperta allarmante, ricostruendo nel dettaglio i passaggi per arrivare a scoprire l’amara verità.

“Era lo scorso 22 maggio – afferma – quando ho inviato una lettera all’Assessore Verì, al Direttore Generale della Asl Pescara facente funzione e al RUP per chiedere se ci fosse o meno presenza di amianto all’interno dei pannelli laterali della palazzina. In data 12 giugno non avendo ricevuto risposta né a questa mia prima domanda né, tanto meno, al seguente sollecito inviato l’8 giugno, sono stato costretto addirittura a inviare una lettera di diffida affinché venisse garantito il mio ruolo di sindacato ispettivo, e finalmente, il 16 giugno, i miei dubbi hanno trovato fondamento nella missiva della Asl in cui si parla esplicitamente di ‘presenza di fibre di amianto collocate esclusivamente all’interno della struttura dei pannelli esterni di tamponatura del fabbricato’. Il fatto che la realtà sia venuta a galla solamente davanti al possibile coinvolgimento delle autorità, fa sorgere il dubbio che il silenzio in cui i vertici della sanità regionale si sono trincerati per oltre 20 giorni (la mia prima missiva era del 22 maggio e la risposta è arrivata il 16 giugno) dipenda da un imbarazzo assoluto per quanto rivelato. Una situazione drammatica, che va ben al di là di qualsiasi appiglio giuridico e normativo a cui il centrodestra possa aggrapparsi. Mai ci saremmo permessi noi di allestire una struttura di questa portata in quel posto, studiata per accogliere persone particolarmente vulnerabili perché positive al Covid, alla luce di quanto rivelato direttamente dall’Azienda ospedaliera stessa. Non possiamo non ricordare a noi stessi le normative vigenti come la n.45/1986, che prevede chiaramente la necessità di tutelare dall’esposizione a fibre di amianto ambienti di vita collettivi quali strutture scolastiche e, appunto, ospedaliere”.

Molti gli interrogativi, inseriti anche all’interno di un’interpellanza dello stesso Pettinari, che vengono posti all’Assessore alla Sanità. In data 7 luglio, Pettinari, tra le altre cose, presenta una nuova nota a cui non è stata data ancora nessuna risposta con la quale chiede: “La prima cosa che pretendo di sapere da questo centrodestra è se sia stata effettuata l’analisi della consistenza delle fibre di amianto presenti nella struttura, al fine di verificarne il grado di pericolosità. I lavori di ristrutturazione svolti, anche nel caso in cui non abbiano intaccato la struttura in maniera invasiva, potrebbero comunque aver causato il distaccamento di fibre di amianto anche semplicemente attraverso vibrazioni o movimenti di persone e macchinari, rendendo l’ambiente potenzialmente non sicuro. Abbiamo il dovere di conoscere l’esito del monitoraggio, se è stato fatto, per poter escludere in maniera categorica eventuali rischi, è urgente avere risposte il prima possibile”.

“Questa Giunta e la Asl dovranno anche chiarire se siano mai state prese in considerazione attività di bonifica delle fibre di amianto presenti in loco, interventi di importanza prioritaria rispetto ad altri investimenti, come i circa tre milioni di euro spesi dalla Asl, nel 2014, per uffici amministrativi alla palazzina adiacente all’Ospedale di Pescara e oggi lasciata in stato di abbandono. Voglio inoltre conoscere se le attività di ristrutturazione siano state eseguite garantendo ai lavoratori il massimo della sicurezza e se, nel corso degli anni, sia stato fatto un programma di monitoraggio e custodia dell’amianto a tutela dell’incolumità delle persone che occupano quotidianamente quegli spazi, chiedo inoltre di conoscere se è stato predisposto un programma come stabilito dalla normativa di settore di protezione e formazione dei lavoratori sanitari e dei degenti ricoverati presso il COVID Hospital, per la corretta gestione del rischio di esposizione all’amianto”.

“Chiedo di sapere perché non si sia proceduto, prima della realizzazione dell’Ospedale Covid, alla bonifica delle fibre di amianto come ragionevolmente avremmo fatto noi e, se nel progetto di ristrutturazione della Palazzina C ex IVAP, per un importo di oltre 10 milioni di euro, sono stati previsti gli interventi di bonifica dell’amianto presente in loco”.

“Ma non si esauriscono qui i dubbi – incalza ancora Pettinari – che nutriamo su questo Ospedale Covid a seguito di criticità che emergono e di cui chiediamo conferma alla maggioranza. In particolar modo vogliamo sapere se siano reali alcune carenze strutturali, a partire dalla inagibilità delle scale antincendio esterne. Pensate che in caso di necessità dovrebbero essere utilizzate quelle interne: una soluzione che, evidentemente, non potrebbe essere accettata. Sembra poi che le dimensioni dell’unico ascensore esistente siano troppo ridotte per accogliere un normale letto di degenza di tipo ospedaliero, con la presenza di due operatori, tanto da dover spostare su una barella il paziente per consentirne l’utilizzo, si pensi ad un paziente che deve essere trasportato nell’altra ala dell’ospedale per fare ad esempio una TAC o una risonanza. Non solo, ma le camere di degenza e le postazioni di terapia intensiva se si raggiungesse la capienza massima potrebbero non garantire il giusto distanziamento di due metri tra un letto ed un altro, necessari per dare la possibilità al personale sanitario di operare agevolmente. Infine, sempre da informazioni apprese che attendono di essere eventualmente smentite dall’Assessore Verì, il trasferimento di alcuni pazienti positivi al Covid dal reparto di rianimazione al nuovo ospedale sarebbe avvenuto con una barella ordinaria e non a biocontenimento”.

“Come appare evidente i dubbi che devono essere chiariti sono troppi a fronte di un investimento da oltre 10 milioni di euro. Se tutte le questioni che mettiamo sul tavolo dovessero essere confermate, ci troveremmo davanti a una situazione gravissima, tale da necessitare di interventi immediati per ripristinare il massimo livello di sicurezza possibile per utenti e pazienti. Ciò comporterebbe, inevitabilmente, il rischio di intervenire nuovamente su una struttura già inaugurata più volte e ne potrebbe pregiudicare il completo utilizzo in caso di arrivo di una seconda ondata di contagi, si pensi se si devono fare lavori di bonifica dell’amianto mentre ci si trova ad affrontare una seconda ondata di contagi!”

“È una vicenda che mette, se ce ne fosse ancora bisogno, in luce tutta l’inefficacia e l’approssimazione della Giunta di centrodestra, incapace di dare un cambio di rotta alla sanità regionale. L’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì deve intervenire e ci deve assicurare, carte alla mano, che nessuno dei pazienti e degli operatori sanitari siano a rischio. Sulla salute dei cittadini non si possono correre rischi, attendiamo una risposta urgente” conclude Pettinari.

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