Molto spesso quando si parla delle condizioni di miseria e di povertà nelle quali si ritrovano a vivere le persone dei Paesi sottosviluppati il sentimento generale che nasce è quello di dispiacere seguito, subito dopo, però, da quello di riconoscimento per la fortuna che si è avuta nel nascere in condizioni nettamente migliori, dettate da varie coordinate storiche, geografiche e sociali. La consapevolezza di questa fortuna spinge, molto spesso, le persone ad aiutare chi, purtroppo, sopravvive in maniera meno fortunata, fosse anche semplicemente per portare nella vita di chi annaspa, uno spiraglio di speranza.
«Come tutte le cose belle, il progetto, nasce per caso, ma grazie ad un terreno fertile si sviluppa in maniera importante – afferma Franco Franciosi, ristoratore di Avezzano, coinvolto nel progetto – il Vescovo della Diocesi dei Marsi, Pietro Santoro, mi parlò tempo fa di come si potesse aiutare concretamente la gente più sfortunata e, un bel giorno, mi ha chiesto di poter tenere un corso di panificazione per 3 suore. Queste Suore vengono dal Ruanda, fanno parte dell’Opera Spirituale di Padre Mauri e si occupano di una mensa per bambini nel loro Paese».
Durante l’incontro tra Franco Franciosi e le 3 suore si è cercato di adattare il processo di panificazione alle farine che loro hanno a disposizione in Ruanda, così da ottenere un valente risultato.
Le 3 suore hanno spiegato che le loro risorse non riescono spesso a soddisfare la richiesta di aiuti che c’è nel loro Paese proprio perché anche il forno per la cottura che hanno è molto precario. Fondamentalmente, si stratta di un forno rudimentale fatto da pietre e terra impastata con acqua. «Io mi sono informato e ho cercato di trovare una soluzione concreta che avesse potuto aiutare le suore nella loro opera in Ruanda. – continua Franco Franciosi – Ci sono dei forni che vengono prodotti qui in Italia appositamente, basandosi sulle risorse disponibili del ‘terzo mondo’ ovvero dei Paesi in via di sviluppo. Questi forni posseggono la camera di combustione e quella di cottura totalmente isolate l’una dall’altra, per cui nella camera di combustione, che è quella che fondamentalmente serve al funzionamento del forno stesso, non per forza ci si deve mettere carbone o legna. In questa camera di combustione ci si possono mettere anche foglie secche, rami e non solo; tutte risorse naturali che, quindi, non comportano spese. L’ostacolo più grande, però, è il prezzo molto elevato di costo di questi forni; a tal proposito, ho pensato di coinvolgere alcuni miei amici ristoratori per permettere ai Paesi sottosviluppati, per varie concatenazioni della storia passata e recente, di dotarsi di uno strumento meraviglioso, capace di disperdere nell’aria il ‘paterno’ odore del pane che cresce e che nasce». Nel progetto ‘Pane Quotidiano’, infatti, non è coinvolto solamente il Comune di Avezzano, ma partecipano anche i Comuni di Alba Adriatica, Tortoreto e Bellante.
Il progetto ‘Pane Quotidiano’ è inserito nella Manifestazione ‘Prima Secca’ che si terrà dal 23 al 30 giugno prossimi ad Alba Adriatica. Il ricavato delle cene di gala di questo festival verrà investito nell’acquisto dei forni per il Ruanda. «Ringrazio tutti i media – conclude Franco Franciosi – che stanno dando risonanza a questo progetto, con la preghiera che lo seguano anche nel corso del tempo costantemente, fino alla riuscita dell’acquisto di questi forni. Più siamo e meglio sarà per chi ha oggettivamente di meno».
Foto di: Staff Progetto ‘Pane Quotidiano’