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Parte da Scanno il viaggio ecosostenibile di Tommaso Farina

Il giovane ventiquattrenne, in occasione della giornata mondiale per l'Ambiente, inizia il suo viaggio ecosostenibile che durerà due anni

Zaino in spalla da 16 kg con tenda, sacco a pelo, computer e hard disk per produrre contenuti digitali da condividere sugli account social dell’iniziativa, chiamata “Project Kune”.

È partito oggi da Scanno, in Abruzzo, in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente, il 24enne Tommaso Farina: obiettivo il giro del mondo ecosostenibile, un viaggio di circa due anni nei cinque continenti senza aereo né hotel per dimostrare che la sostenibilità ambientale ed economica è possibile e non costa neanche grossi sforzi.

Budget previsto di 32mila euro in due. Il giovane padovano di origini abruzzesi si ricongiungerà, infatti, in Veneto tra una settimana col suo compagno di viaggio e collega universitario Adrian Lafuente che è partito dal suo paesino spagnolo di La Alberca, per proseguire insieme verso la Francia. Tommaso ha trovato un passaggio in auto per Sulmona stamattina, poi andrà in treno ad Ancona, dove incontrerà gli operatori del porto del capoluogo delle Marche per discutere dell’elettrificazione delle banchine e ridurre il fattore inquinante dei motori delle barche. Il loro giro del mondo sarà costellato da incontri con aziende, imprese e iniziative sensibili all’impatto ambientale.
Il giovane ha presentato la sua iniziativa ai rappresentanti di istituzioni locali, agricoltori e artigiani presso il bio-agriturismo del pastore Gregorio Rotolo.

Vogliamo sensibilizzare, che non significa educare, non siamo educatori, ma laureati in ‘Global Business and Sustainability’. Vorremmo quindi far vedere che cosa si può fare in maniera alternativa per il benessere collettivo. Siamo due ottimisti, entusiasti, adattabili e focused. Sfrutteremo le nostre conoscenze linguistiche anche per parlare con il maggior numero di persone per conoscere le loro storie di vita e culture. E vogliamo farlo – ha concluso il giovane – come diceva Nelson Mandela, parlando il più possibile la lingua locale per arrivare ai cuori delle persone, anziché la lingua comune, che arriva facilmente solo al cervello”.

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