E’ stato chiesto il rinvio a giudizio dinanzi al GUP di L’Aquila dal P.M. incaricato, per lesioni gravissime nell’ambito della responsabilità sanitaria il medico che, pur avendo visitato e posto in lista di attesa per un trattamento terapeutico urgente una sua paziente, tuttavia la medesima dopo mesi non veniva chiamata. Secondo il legale della donna, “questa inerzia ha provocato l’aggravamento delle condizioni di salute della donna, la quale si è vista alla fine costretta, suo malgrado, a rivolgersi alle cure ospedaliere dell’ASL campana”.
La vicenda prende le mosse nel lontano 2018, allorquando, una donna di mezza età, residente fuori regione, affetta da fibromi uterini si rivolse al professionista di fiducia al fine di valutare la possibilità di sottoporsi ad un programmato trattamento terapeutico praticato con una tecnica innovativa e non invasiva pubblicizzata presso l’Ospedale di L’Aquila, onde scongiurare l’intervento chirurgico con la conseguente asportazione dell’utero, “cosa che di fatto purtroppo successivamente è avvenuto”, sottolinea l’avvocato.
Dopo essersi sottoposta a visita, verificata la fattibilità del trattamento e dopo essere stata inserita nella lista d’attesa, la paziente, nonostante i ripetuti tentativi di contatto con il sanitario, secondo la tesi dell’avvocato della paziente, “è stata ignorata per mesi e tale ritardo ha comportato l’asportazione chirurgica dell’utero e delle ovaie presso altro nosocomio, con immaginabili ripercussioni negative non solo evidentemente a livello fisico ma anche psicologico, considerato che la donna non potrà più procreare”.
All’udienza preliminare, in occasione della quale la persona offesa si è costituita parte civile con il patrocinio dell’Avvocato Professoressa Ludovici Carlotta, è stata disposta la perizia medica al fine di verificare il nesso causale tra la condotta omissiva colposa e l’evento.