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Pd: “Su riabilitazione psichiatrica e RSA, si apra tavolo”

Con i processi di internalizzazione si rischia di perdere questo riferimento vanificando i progressi ottenuti

“Abbiamo appreso nei giorni scorsi che la Asl 1 con una determina dell’8 agosto ha assunto importanti decisioni per i servizi della riabilitazione psichiatrica in provincia. Continuiamo ad esprimere tutte le preoccupazioni espresse negli ultimi mesi e diciamo a Asl e Regione: fermatevi! Aprite un tavolo cone già richiesto in conferenza dei capigruppo in Consiglio regionale per trovare una soluzione che eviti di disperdere professionalità e continuità terapeutica – così in una nota il segretario provinciale, Francesco Piacente, e il consigliere regionale del PD Pierpaolo Pietrucci – siamo intervenuti già più volte su questo tema ma Asl e Regione a quanto pare non vogliono ascoltare. Siamo di fronte ad uno dei servizi più importanti e delicati per la vita di tanti pazienti/ utenti e delle loro famiglie. Dopo tanti anni di cura le strutture e i professionisti che prestano il servizio di riabilitazione diventano per i pazienti un riferimento fondamentale. Con i processi di internalizzazione si rischia di perdere questo riferimento vanificando i progressi ottenuti”.

“La determina del 8 agosto prevede che OSS e infermieri siano tutti sostituiti facendo ricorso alle graduatorie attive e agli avvisi pubblici: questo stravolgerà l’assetto dei servizi e le equipe collaudate negli anni. Temiamo che lo stesso possa avvenire per i tecnici della riabilitazione, e questo sarebbe un ulteriore disastro. Bisogna maturare la consapevolezza che la riabilitazione psichiatrica non è un servizio come altri e che i pazienti, laddove perdessero i riferimenti che da anni li seguono, rischierebbero di tornare in condizioni di disagio, ripartendo da zero. E con loro le centinaia di famiglie che contano su un servizio che oggi è di grande qualità e rischia di essere destabilizzato. Come destabilizzate rischiano di essere le vite di tante professioniste e professionisti che si sono formate e impegnati per anni e che oggi rischiano di andare a casa. Può la.Asl fare a meno di queste professionalità? Possibile che l’azienda non voglia prendere in considerazione alcun altro strumento di stabilizzazione? Noi continueremo senza sosta questa battaglia che si preoccupa della vita degli utenti e dei lavoratori e chiediamo ai consiglieri regionali della maggioranza e agli assessori, fino ad oggi in un insopportabile silenzio, di far sentire la loro voce per chiedere alla ASL di porre rimedio a questa situazione”.

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