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Pensioni: uno dei primi nodi da sciogliere per il Governo

Si cerca la flessibilità prima dei 67 anni. Ipotesi con 35 anni di contributi, proroga opzione donna o quota 41. Il nuovo Ministro: "Non mi sottrarrò ai temi, lii affronterò ascoltando istanze".

Tra i primi nodi da affrontare per il nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni ci sarà la questione delle pensioni anche se sulla questione le ipotesi emerse durante la campagna elettorale e subito dopo il voto sono abbastanza eterogenee. La notizia è stata riportata dall’Ansa.

“Sapete perfettamente che non mi sottrarrò ai temi, li affronteremo anche ascoltando le istanze delle parti sociali e di tutti i soggetti portatori di contributi importanti, poi nei prossimi tempi lasciateci fare tutti i necessari passaggi. Ci mettiamo al lavoro”. A dirlo è stato il nuovo ministro Marina Calderone, subito dopo il suo giuramento al Quirinale.

Al momento non c’è una sua proposta di partenza da sottoporre all’esame del Governo, assicurano dal Ministero.

In un’analisi diffusa a maggio scorso dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, categoria di cui la neoministra era al vertice, si fa riferimento ad una Quota 100 o 102 “flessibile”, una condizione che dovrebbe consentire l’uscita dei lavoratori di età compresa tra i 61 ed i 66 anni con almeno 35 anni di contributi.

Di questa soluzione, secondo lo stesso studio, potrebbe fruire una platea di 470 mila lavoratori a cui verrebbe evitato lo ‘scalone’ della legge Fornero.

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