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Pescina: taglio del nastro per il “Mi Fido”

Non un semplice rifugio ma una safe house. Pescina e la frazione di Venere si confermano al centro di un sistema virtuoso per il benessere animale

Il Comune di Pescina, già capofila in altri progetti dedicati agli “amici a quattro zampe”, si conferma al centro di un sistema virtuoso che guarda al benessere animale.

 

Con questo spirito è stato inaugurato questa mattina nella frazione di Venere il “Mi Fido”, una safe house, un piccolo rifugio per cani. Un taglio del nastro che arriva dopo un lungo percorso in cui l’amministrazione comunale, in sinergia con enti, associazioni di volontariato e la Asl, è riuscita a realizzare un progetto divenuto oggi realtà.

 

“La città di Pescina arricchisce il suo patrimonio con una struttura a salvaguardia delle tematiche legate agli amici a quattro zampe – ha spiegato il primo cittadino, Mirko Zauri – ‘Mi Fido’ sarà la base di uno sviluppo di eventi, manifestazioni, iniziative a tutela di tutti i cittadini, a partire dai ragazzi centro Anffas, centri estivi, supporto a recupero di persone con progetti di reinserimento nella comunità e soprattutto salvaguardia di tutti quei piccoli cani e gatti che spesso vengono abbandonati e non corrisposti con l’affetto che solo loro sanno dare e successivamente fatti adottare per dargli una possibilità di vita migliore rispetto alla custodia che possono dare i canili”.

 

Grande emozione per i tanti presenti che hanno deciso di partecipare a un momento importante per l’intera comunità e per le comunità limitrofe. A volere fortemente il “Mi Fido” sono stati l’assessore comunale Antonio Odorisio e il sindaco di Pescina, Mirko Zauri, che hanno creduto in questo progetto sin dalle prime battute.

Odorisio nel corso dell’inaugurazione, a cui ha preso parte anche l’assessore regionale Mario Quaglieri, ha voluto ringraziare la Regione per aver creduto in quella che era solo un’idea e per il sostegno dato alla comunità. “Un grande ringraziamento a Quaglieri, che da sempre è vicino alla nostra comunità e al senatore Guido Liris, che ha ricoperto la carica di assessore regionale quando abbiamo dato il via all’iter per la realizzazione di questo piccolo rifugio”, ha spiegato Odorisio.

Il progetto dunque mette in rete enti, associazioni, volontari, Asl e canili convenzionati e nasce da un profondo amore per gli animali.

 

“Da quando ci siamo insediati abbiamo collaborato con le Asl continuamente, siamo capofila di un progetto pilota per l’anagrafe canina e le sterilizzazioni, abbiamo quattro colonie feline. Insomma questo è un tema che ci sta particolarmente a cuore – ha aggiunto Odorisio – Il ‘Mi Fido’ è un valore aggiunto, abbiamo già da anni volontari che si occupano del benessere animale sul territorio, basti pensare all’associazione ‘Mano nella zampa’, ma questo progetto è un piccolo passo in più. Il canile non verrà smantellato – ha precisato ancora l’assessore – restiamo in un’ottica di collaborazione fattiva proprio per il bene di tutti gli animali”.

All’intero del “Mi fido” c’è un’opera in legno realizzata dall’artista Massimo D’Angeli.

 

L’assessore comunale ha poi precisato che si tratta di “un sistema complesso che non pretende di risolvere il problema del randagismo, ma che vuole essere un ulteriore tessera per completare il puzzle del benessere di tutti i nostri amici a quattro zampe”.

 

C’è poi da considerare un importante abbattimento dei costi: “Avevamo una convenzione a 10 mila euro per 15 cani, oggi avendo solo due cani in canile abbiamo una convenzione a 5 cani per poco più di tremila euro, per un evidente risparmio che arriva al 70 per cento circa”, ha concluso Odorisio.

I componenti delle associazioni e degli enti coinvolti hanno anche numerose abilitazioni, tra queste spicca quella per la pet therapy, nota forma di terapia in cui viene utilizzato un animale come canale comunicativo. C’è poi un progetto nel progetto: la possibilità per le coppie anziane, che hanno timore a prendere dei cuccioli, a iniziare un percorso per poter adottare cani molto anziani che non avrebbero un futuro e che, al contrario, con l’adozione riuscirebbero a vivere i loro ultimi anni insieme a una nuova famiglia.

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