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Piazza D’Armi, “pasticcio mascherato”

Progetto discusso in commissione di garanzia su richiesta di Stefania Pezzopane

COMUNICATO STAMPA

“Rimangono tutti i nostri dubbi sul procedimento amministrativo adottato e tutta la nostra insoddisfazione e tristezza per il tempo perso dalla Giunta Biondi dal 2017 ad oggi. Il Parco urbano di Piazza d’Armi e’ lontanissimo dall’essere realizzato e con una semplice determina del Dirigente Evangelisti è stato stravolto il Masterplan approvato dal Consiglio comunale. Non sono bastate due sedute di commissione di garanzia per fugare i dubbi. E gli interventi del vicesindaco Raffaele Daniele e del dirigente Evangelisti hanno ulteriormente confermato le nostre preoccupazioni”.

 

Così in una nota il consigliere comunale dell’Aquila Stefania Pezzopane, che aveva richiesto la commissione di garanzia ed i consiglieri Paolo Romano, Lorenzo Rotellini, Elia Serpetti e Gianni Padovani.

 

“La richiesta di portare la mancata realizzazione del Parco Urbano era stata fatta dall’on. Stefania Pezzopane al Presidente Stefano Palumbo che ha convocato apposita Commissione di garanzia in due puntate. Noi ci aspettavamo di fare chiarezza sui metodi e sul merito di una grande opera di rigenerazione urbana che la Giunta Biondi sta facendo diventare il “pasticcio di Piazza d’Armi”. Sono passati 7 anni, non si è proceduto a mandare avanti il progetto e con le scuse più assurde si sono sottratti ben 3 milioni di € dal fondo di 22 milioni destinato ad hoc. Risorse preziose usato come tesoretto per mettere le pezze ad altri errori della amministrazione di destra come lo stralcio della Torre di Palazzo Margherita”.

 

“Nel 2009 la Giunta Cialente acquisì l’area dopo una lunga ed impegnativa trattativa con il ministero della Difesa, nel 2010 il Consiglio comunale su proposta dell’ex assessore Pietro Di Stefano, ha approvato il Master plan per realizzare un grande Progetto di Parco urbano, con parcheggi interrati, teatro per 900 posti, spazi verdi, biblioteca, bar, libreria e altri servizi per creare un polmone verde con una funzione sociale e culturale a cerniera tra la città e la periferia ovest. Per progettare lo spazio furono coinvolte associazioni, circoscrizione e furono anche acquisite le raccolte di firme di comitati civici. Mentre si continuano ad autorizzare centri commerciali, in quella parte di città si è bloccato un progetto che parla di futuro.
Abbiamo sollevato dubbi sulla determina datata 27/9/2023 del Dirigente Arch Roberto Evangelisti. La determina, senza un atto di indirizzo della giunta, né una rideterminazione del Masterplan da parte del consiglio, cambia gli indirizzi del progetto definitivo e la destinazione dei fondi, tutte scelte comprese nel Masterplan deciso dal Consiglio comunale. Lo stesso Evangelisti durante il suo intervento ha parlato di necessità di “nuova progettazione” evidenziando di fatto quello che sta realmente accadendo senza che gli organi preposti svolgano le funzioni loro assegnate dal. Odi e degli enti locali. Quella determina fortemente discussa in commissione:

1) priva il progetto di 3 milioni per finalizzarli ad altre iniziative, non indicate nell’atto, 2) cambia nella sostanza il progetto definitivo, per esempio i parcheggi non più interrati, vanno a raso, occupando lo spazio dedicato al verde ed a spazi comunitari, il teatro – auditorium diventa solo auditorium per un numero di 2000 persone,anche esso si sviluppa a terra, occupando più spazio verde ed altri radicali mutamenti; 3) assegna al Rup la possibilità di dare un nuovo incarico professionale con affidamento diretto di altri 140.000 per la redazione del PFTE incarico che è stato affidato allo stesso studio di progettazione. E qui un altro dubbio: ma se la progettazione precedente non era risultata idonea tanto da motivare una nuova progettazione, come si giustifica l’affidamento alla stessa società? Evidentemente ne si riconosce la competenza e professionalità e quindi non c’erano errori nel precedente progetto”.

 

“Nella determina il dirigente Evangelisti, ricorda che è stato rescisso il contratto – giustamente diciamo noi – ma non spiega perché hanno aspettato 5 anni per farlo, visto che era palesemente in violazione delle normative vigenti la pretesa della Rialto di un progetto esecutivo con spesa notevolmente lievitata rispetto al definitivo. E se Rialto dovesse appellarsi a questa contraddittoria procedura proprio nel giudizio in corso che ha intentato contro il Comune? Il sospetto è che l’attuale amministrazione non voglia procedere alla realizzazione del grande Parco Urbano, ma preferisca far passare il tempo e poi usare quel tesoretto di 22 milioni per altri scopi. Inoltre nella determina si scrive che la Fondazione Abruzzo Australia che ha donato nel post terremoto 3 milioni di € al Comune dell’Aquila per realizzare questo intervento avrebbe “espresso la volontà “ di destinare le risorse a altro intervento. Ma tra Comune dell’Aquila e Fondazione Abruzzo Australia fu softoscritto un Protocollo d’intesa, quale è l’atto sostanziale che muta il Protocollo d’intesa? Non viene citato nessun atto. Ma su questo ed altro approfondiremo con nuovo accesso agli atti. Noi riteniamo che la città non possa essere derubata costantemente del suo futuro e che il Parco Urbano vada finalmente realizzato senza più perdere tempo e risorse“.

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