Il consumo della cosiddetta pillola abortiva è più che raddoppiato in Abruzzo un solo anno.
Nel 2021 infatti si è registrata una impennata nell’utilizzo di Ru486, il farmaco per l’interruzione di gravidanza, che ha visto 196 utilizzatori nel 2019, mentre nel 2020 il dato è salito a 214 e lo scorso anno sono stati invece 527 i casi in cui le donne ne hanno fatto ricorso, registrando così un aumento del 169% in due anni e del 146% rispetto al 2020.
Restano stabili invece le interruzioni di gravidanza, che si attestano a 1.300 circa l’anno. In Abruzzo, stando ai dati del ministero della Salute relativi al 2020, l’83,8% dei medici è obiettore: un dato che pone la regione al secondo posto in Italia; solo la provincia autonoma di Bolzano infatti ha raggiunto una percentuale più alta.
A livello provinciale nella Asl di Pescara e Chieti sono oltre il 90% gli obiettori, mentre per le interruzioni di gravidanza c’è un’unità operativa specificamente dedicata alle Ivg (interruzione volontaria di gravidanza) a Penne e Lanciano.
A Teramo gli obiettori arrivano all’80%. e le interruzioni si fanno all’ospedale teramano.
Per L’Aquila la percentuale è del 75% e le interruzioni si effettuano nel capoluogo abruzzese e all’ospedale di Avezzano.