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Processo Ruby Ter: assolta anche la showgirl Cipriani

Crollando le false testimonianze potrebbe essere caduta anche la connessa accusa di corruzione dei testimoni. Le motivazioni tra 90 giorni

La showgirl sulmonese, Francesca Cipriani, è stata assolta dalle accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza nell’ambito dell’inchiesta Ruby ter.

Ieri il tribunale di Milano ha proceduto all’assoluzione di tutti i 29 imputati, tra cui l’ex premier Silvio Berlusconi, Ruby, l’ex compagno Luca Risso e le 20 “olgettine”, tra cui Cipriani. La sentenza chiude un processo durato sei anni in cui la procura di Milano accusa il leader di Forza Italia di aver pagato – a partire dal novembre 2011 e fino al 2015 – circa 10 milioni di euro alle giovani ospiti di Arcore per essere reticenti o mentire durante i processi Ruby e Ruby bis sulle serate di villa San Martino.

“Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da Magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”, ha scritto Berlusconi sui social.

Col dispositivo letto dai giudici della settima penale di Milano, dopo poco più di due ore di camera di consiglio e oltre 6 anni di processo, sono crollate le accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Accuse cancellate per Berlusconi, imputato per corruzione e per cui la Procura aveva chiesto 6 anni di reclusione e oltre 10 milioni di euro di confisca, e per gran parte degli altri 28 imputati, tra cui, tra gli altri, Karima, le cosiddette ‘ex olgettine’, una ventina in tutto, l’ex legale di Ruby, l’avvocato Luca Giuliante.

Tutti assolti dalle accuse, ha stabilito il Tribunale, “perché il fatto non sussiste”. Prescritte, invece, solo poche imputazioni: una calunnia che era contestata a Roberta Bonasia (nei confronti di Ambra Battilana) e le presunte false testimonianze imputate a Simonetta Losi, moglie del pianista di Arcore, e Maria Rosaria Rossi, ex senatrice ed ex fedelissima del Cavaliere. Nessuna confisca ovviamente e anzi il dissequestro delle somme in contanti sequestrate durante le indagini. La Procura aveva chiesto condanne a pene in totale per circa 100 anni per 28 dei 29 imputati.

Sul verdetto potrebbe avere pesato un’ordinanza già emessa dai giudici nel novembre 2021: hanno dichiarato “inutilizzabili” i verbali di almeno 18 giovani resi nei processi Ruby, perché, secondo il Tribunale, andavano già indagate dal marzo 2012 e sentite in aula con la garanzia dei testi assistiti da avvocati. Crollando le false testimonianze potrebbe essere caduta anche la connessa accusa di corruzione dei testimoni. Le motivazioni tra 90 giorni.

Il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, in una nota in cui anticipa il cuore delle motivazioni della sentenza , spiega che le giovani ex ospiti delle serate di Arcore, sentite nei 2 processi sul caso Ruby, “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone”, perché andavano indagate già all’epoca e sentite come testi assististe da avvocati. Non essendoci più le false testimonianze, in sostanza, cade anche la connessa accusa di corruzione in atti giudiziari perché manca “l’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi”.

La reazione di Silvio Berlusconi è stata “naturalmente di sollievo su una vicenda che lo ha impegnato anche emotivamente per tanto tempo e che adesso, spero, possiamo definitivamente, visto che siamo a tre assoluzioni su tre, chiudere”. Lo ha spiegato ai cronisti l’avvocato Federico Cecconi dopo aver parlato con il leader di FI.

“È un’assoluzione con la formula più ampia e più piena possibile – ha dichiarato Cecconi – non posso che essere enormemente soddisfatto, tre su tre!”, ha concluso facendo riferimento anche alle precedenti assoluzioni per i due filoni a Siena e Roma.

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