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Proroga vita Tribunali, nuova mobilitazioni in vista a settembre

Amministratori e avvocati chiamano i parlamentari a un nuovo incontro il 2 settembre prossimo. L'obiettivo è quello di "spingere" la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, a rimettere il disegno di legge pro-proroga della chiusura dei Tribunali sulla corsia privilegiata. Vita in scadenza, c'è tempo fino a settembre 2022.

Archiviata la pausa ferragostana, con la politica in ferie, in vista della riapertura del parlamento, gli amministratori e i presidenti degli ordini degli avvocati delle città di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, insieme ai presidenti delle province di L’Aquila e Chieti, chiamano i parlamentari a un nuovo vertice affinché gli “eletti del popolo” spingano la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, a rimettere il disegno di legge pro-proroga della chiusura dei Tribunali sulla corsia privilegiata, “assegnandolo” alla commissione giustizia in sede deliberante” in modo da essere approvato nel più breve tempo possibile.

Per smuovere le acque stagnanti della politica, che rischiano di inghiottire per sempre i 4 palazzi di giustizia i componenti del gruppo di lavoro -coordinato da Gianni Di Pangrazio, al debutto nella nuova veste- composto da Domenico Di Berardino (vice sindaco di Avezzano), Mario Pupillo (sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti), Anna Maria Casini (Sulmona) e Francesco Menna, (Vasto) presidenti degli ordini degli avvocati, Vittorio Melone, Silvana Anna Vassalli, Franco Colucci, e Luca Tirabassi, e il presidente della provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, hanno fissato un nuovo vertice con i parlamentari, sempre a distanza, il 2 settembre alle 18.30. Obiettivo: chiedere ai rappresentanti del popolo di farsi sentire nelle stanze che contano della politica nazionale per evitare il “de profundis” dei 4 tribunali abruzzesi fissato al 14 settembre del 2022 – che manderebbe in tilt pure quelli di L’Aquila e Chieti: i due palazzi di giustizia, infatti, non sono attrezzati per accorpare, il primo Avezzano e Sulmona; il secondo Lanciano e Vasto.

Ma per salvare i 4 tribunali cosiddetti minori il fattore tempo, come hanno ricordato diversi componenti del gruppo di lavoro, è vitale. L’operazione può giungere alla meta velocemente attraverso il disegno di legge che riprende integralmente il testo dell’emendamento al decreto legge 80/21 approvato all’unanimità in tre diverse Commissioni (Giustizia, Bilancio e Affari Costituzionali) del Senato e con la copertura finanziaria, stralciato dalla presidente Casellati in zona Cesarini. Sindaci, presidenti di province e degli ordini degli avvocati, quindi, che stanno ragionando anche sull’organizzazione di manifestazioni in sede locale o nazionale, fanno pressing sui parlamentari affinché difendano i palazzi di giustizi delle 4 città sia per evitare danni pesantissimi sul fronte socio economico che per il contrasto alla criminalità organizzata in avanzata.

Al fianco degli amministratori e gli avvocati si sono schierati anche i “pastori di anime” delle 4 città: gli arcivescovi Bruno Forte (Chieti-Vasto) ed Emidio Cipollone (Lanciano Ortona) e i vescovi Pietro Santoro (Avezzano) e Michele Fusco (Sulmona-Valva) hanno espresso totale “solidarietà con i tanti che si oppongono alla chiusura dei cosiddetti Tribunali minori. A pagare le conseguenze di tale chiusura”, hanno scritto in una lettera appello al ministro della giustizia, la cattolica, Marta Cartabia, “sarebbero i più deboli, le tante persone che hanno bisogno di ricorrere alla giustizia e che hanno ben pochi mezzi per farlo. Allontanare la prossimità del luogo di giudizio significherà per tanti rinunciare al ricorso ai Tribunali, inducendo la sfiducia nelle istituzioni e nell’attenzione che lo Stato dovrebbe avere soprattutto nei confronti di quanti hanno minori mezzi e possibilità. Ci appelliamo alle Autorità preposte perché si soprassieda alla paventata chiusura e si cerchino soluzioni adeguate ai problemi riscontrati, ascoltando le urgenze della nostra gente, rappresentate anche da voci competenti del mondo della giustizia e dagli amministratori locali”.

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